Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
A Matera, la matura Gna'Pina (Kerima), detta "la lupa" per i suoi ardori da ninfomane, tresca con un soldato (Ettore Manni). Questo però si innamora della figlia della donna (Britt) e la sposa. Non riuscendo a riconquistare l'uomo, la crudele Gna'Pina si lascerà morire in un incendio che lei stessa ha appiccato alla fabbrica dove opera, togliendo così anche il lavoro alle tante malelingue che la disprezzano. Della novella di Giovanni Verga (sceneggiata da Lattuada, Luigi Malerba, Alberto Moravia e Antonio Pietrangeli) il regista raccoglie soprattutto la dimensione ambientale, interessandosi soprattutto ad un'analisi della vita di provincia che costituisce una delle radici del suo cinema. Il risultato, aiutato anche dal suggestivo bianco e nero di Aldo Tonti, è di grande impatto formale, coadiuvato da una buona prova degli interpreti. Ma il registro melenso sul quale troppo spesso scivola il film arena La lupa nel troppo frequentato melodramma nazional-popolare che toglie nerbo al film.
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