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Singles. L'amore è un gioco

Regia di Cameron Crowe vedi scheda film

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La recensione su Singles. L'amore è un gioco

di GIANNISV66
8 stelle

1992 – soffia un vento travolgente sul mondo del rock, la sua origine è a Seattle ed il suo nome è Grunge. E sulle onde provocate da quel vento nelle sale cinematografiche appare un film che narra di amori sconclusionati e relazioni irrisolte, una commedia che in realtà è un omaggio al nuovo (si fa per dire) genere musicale che sta travolgendo il mondo delle sette note.

Il “si fa per dire” di cui sopra non deve essere però letto come irrisorio, tutt’altro. Il grunge fu infatti nella sua essenza più radicale il recupero di sonorità più dirette ed essenziali derivate dagli anni ’70, dall’hard rock ma anche dal punk e dal rock più tradizionale (uno delle figure “storiche” che più ebbero influenza su molti dei musicisti del panorama giunge fu Neil Young). Nasce nella seconda metà degli anni ’80, tra le altre cose anche in reazione agli eccessi che il mondo del rock made in U.S.A. aveva assunto soprattutto nel cosiddetto hair metal (e c’è un bel film sull’argomento, che consiglio, Rock Star), ma diventa un fenomeno internazionale con il principiare dei nineties, ed è in questo momento che un regista che ha sempre avuto il rock nel suo background, Cameron Crowe, decide di portare sullo schermo un omaggio al genere.

Crowe, che qui è alla sua seconda regia, aveva esordito giovanissimo come giornalista musicale e in una rapidissima carriera era arrivato a pubblicare i suoi articoli sulle pagine di Rolling Stone (proprio le sue esperienze giovanili saranno la base per un altro suo film, Almost Famous). Chi meglio di lui poteva avere i mezzi culturali per avvicinarsi con la dovuta attenzione a un fenomeno musicale in grande ascesa?

Ed infatti Singles è un film assolutamente riuscito, una perfetta commistione tra la vicenda narrata (in sé non originalissima ma di piacevole visione) e le musiche che la accompagnano. La storia, molto semplice, ruota attorno a due coppie di giovani: da una parte Linda (la brava Kyra Sedgwick) e Steve (il non meno bravo Campbell Scott), giovani ma non giovanissimi, entrambi con il proprio bagaglio di esperienze e delusioni (soprattutto da parte di lei) che li porteranno a vivere la loro storia d’amore con un sacco di dubbi e paure, dall’altra Janet (una deliziosa Bridget Fonda), cameriera innamorata stracotta del cantante di una band in cerca di successo, Cliff (un ironico Matt Dillon).

E….sorpresa, chi sono i membri dei Citizen Dick (ovvero la band di Cliff)? Ma Eddie Vedder, Jeff Ament e Stone Gossard ovvero i Pearl Jam (per chi scrive il vero gruppo - pilastro del grunge.....e non mi venite a parlare dei Nirvana!).

Insomma un film buono ma non strabiliante che presenta però un valore aggiunto assolutamente straordinario, e cioè una colonna sonora di fronte alla quale ogni vero appassionato di rock non potrà che andare in delirio. Tra i gruppi che hanno dato la loro musica alle immagini, oltre ai gruppi principali della scena di Seattle, i Mother Love Bone (band mito dalle cui ceneri nacquero proprio i Pearl Jam) con la bellissima Chloe Dancer/Crown of Thorns e gli sconosciuti (allora) Smashing Pumpkins con una ipnotica Drown, dalla quale si intuivano le già notevoli qualità della band.

Sulla colonna sonora

Davvero notevole, una delle migliori della storia del cinema (almeno per chi, come me, ama il rock)

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