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La storia di Qiu Ju

Regia di Zhang Yimou vedi scheda film

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La recensione su La storia di Qiu Ju

di Aquilant
8 stelle

A volte il cinema può anche tramutarsi in delicata poesia e ce lo dimostra “la storia di Qiu-Ju”, realizzata con pochi mezzi, che ci introduce in un ambiente in cui spicca in modo evidente il contrasto tra la dignitosa povertà della gente attestata nelle campagne a coltivare la terra e la voglia di progresso delle popolazioni delle grandi città. Il regista cerca di colpire l’interesse dello spettatore tramite il fascino dislocante di fiumi di biciclette in movimento immerse in scorci di grande realismo e la visione totalizzante di una realtà costituita da fiumi gente indaffarata che già si avvia ad imboccare la strada del consumismo, ad onta di un regime assolutista e prevaricante. Un cammino inarrestabile che ha portato la Cina a viaggiare nel 2004 verso un aumento del prodotto interno lordo di circa il 9% rispetto all’anno precedente. Quanta differenza rispetto al PIL dell’Italia stremata a causa della speculazione sull’euro e del libero mercato difeso con le unghie in nome di una non meglio identificata ideologia liberista! L’ambiente rurale e quello cittadino sono dipinti in modo molto diverso tra loro ma spiccano in entrambi come comuni denominatori un’anabolizzante voglia di progresso, un conclamato senso di giustizia e di lealtà, una radicata predisposizione ad una mutua collaborazione specie nel momento del bisogno, caratteristiche tipiche del popolo cinese fin dai suoi primordi, venute meno solamente negli anni più bui della sanguinosa rivoluzione cultuale. In definitiva una vicenda dai risvolti quasi kafkiani che scorre davanti ai nostri occhi con un ritmo sornione ed implacabile allo stesso tempo, per giungere alla fine ad una sua naturale ma inaspettata nemesi. Ovviamente nel salto da cortigiana a coltivatrice di peperoncini il look di Gong Li é mutato sicuramente in peggio, ma tutta la sua sciattezza e la sua goffaggine sono ampiamente cancellate dall’intenso ed emozionante primo piano che caratterizza l’ultimo fotogramma del film, sormontato dagli indecifrabili titoli di coda.

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