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Eroe per caso

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Eroe per caso

di claudio1959
8 stelle

Bernie La Plante/ Dustin Hoffmann è un imbroglione matricolato(lo capiamo dalla scena iniziale in tribunale ) . Un giorno per caso  assiste ad un incidente aereo. Travolto dalla situazione si rende utile per salvare i passeggeri e poi si allontana dalla scena, senza una scarpa, che non trova più. Sull’aereo viaggia una giornalista televisiva Gale Gayley/ Geena Davis che in modo confuso ricorda un uomo che con sprezzo del pericolo si è lanciato sull’aereo in fiamme. Le televisioni e la carta stampata si mettono alla ricerca dell’eroe. Però colpo di scena Bernie viene raggirato da un homeless che gli da un passaggio in macchina,  tale John Bubber/Andy García, si fa passare per lui e quindi diventa Accidental Hero, sfruttando la situazione e la scarpa ricevuta in dono da Bernie . L’indice viene puntato sul giornalismo tipicamente americano che crea miti di falsi eroi, mistificando la realtà, importante che il tutto fa audience, tutto può essere manipolato in virtù del boom degli ascolti, come nel famoso: Quinto potere grande film del 1976. Gli eroi vengono creati a tavolino e sono più veritieri e credibili di quelli reali. Grande sceneggiatura di David W. Peoples, già autore nel 1982 di Blade Runner, ha il compito di mettere alla berlina le invenzioni dei media, vero come la finzione , in un mondo dominato e soffocato dal cinismo, che però ha fame di falsi miti a cui aggrapparsi, di uomini capaci di grandi gesti coraggiosi e di sani valori americani. Quindi John Bubber diventa un simbolo, un esempio, quello che deve essere per la gente comune, anche se lui non è materialmente l’eroe ha solo rubato l’identità al vero eroe Bernie, il povero ladruncolo, il cattivo esempio. Frears attacca in modo feroce i media e la televisione nel particolare, che con la retorica inventano una storia buonista, ma non vera. La vita, non è quella vissuta, ma quella creata dalla televisione ad uso e consumo del telespettatore. Uno sguardo disilluso sull’iprocrisia e sull’effimero, della società degli uomini. Il film in sintesi si può definire una commedia che mostra le assurdità di stampa e televisione ed il sensazionalismo dei reporter e dei cameraman, veri creatori di immagini ad uso e consumo del pubblico. Sono loro che decidono cosa ed in che modo riprendere, lo sguardo della macchina e’il loro sguardo e quindi anche il taglio dell’inquadratura diventa importante, per veicolare il messaggio voluto. Il film è anche la storia del rapporto tra padre e figlio, che vede il genitore come il suo eroe. Al figlio basta solo l’affetto, ma Bernie dice al figlio, come lezione di vita di tenere sempre un profilo basso, solo senza rischiare e senza mettersi in evidenza si può vivere sereni e tranquilli. Molto buono lo sguardo critico ed al contempo dissacrante del regista sul personaggio principale, infatti il finto eroe Garcia ha meno impatto sugli spettatori del film. Prende parte al film anche una sempre brava Joan Cusack, nel ruolo della moglie separata di Bernie, attrice di spessore brava come protagonista ed anche come coprotagonista . La fotografia del maestro Oliver Stapleton ottima nelle scene notturne del disastro aereo ed anche nelle scene diurne. Film di cui consiglio la visione, adatto a tutti e molto scorrevole, girato in modo esemplare come sa fare Sthepen Frears. 

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