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Il grande Blek

Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film

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La recensione su Il grande Blek

di GIANNISV66
8 stelle

In una fredda serata del 1973 il giovane Yuri attende alla stazione della cittadina di provincia in cui è cresciuto (non viene mai nominata ma dalle immagini si capisce che è Ascoli Piceno, città del regista Piccioni) il treno che lo porterà verso una nuova vita. Sono le battute inziali di questa pellicola, non priva di difetti come si conviene ad un'opera prima, eppure piacevole e godibile.
Un film pieno di nostalgia, come testimoniano le prime immagini in cui il protagonista, prima della partenza, si sofferma a guardare le copertine dei dischi  che hanno accompagnato la sua adolescenza (e ci sono Hendrix, Bowie e tutti i bei nomi del rock a cavallo fra la  metà dei '60 e i primi dei '70) e sfoglia i libri della sua formazione (si riconoscono i tascabili della garzanti che hanno davvero aiutato i ragazzi della mia generazione e di quella precedente - che è poi la stessa del film - a crearsi la propria cultura).
Yuri nell'attesa rievoca la sua infanzia, la mamma ansiosa, il padre lontano per lavoro (che non farà più ritorno), il fratello maggiore appassionato di corse in lambretta e la sorellina Claudia a cui è molto legato. E le letture degli album di Blek Macigno, eroi dei fumetti che cede il proprio nome al titolo del film.
Poi la giovinezza, la scuola superiore, gli echi della contestazione giovanile che arrivano anche in quella provincia lontana, e i due amici punti di riferimento: l'intellettuale Antonio innamorato di Claudia (che adesso fa la commessa nel negozio di libri della zia) e Razzo (Sergio Rubini) scapestrato e insofferente della vita di provincia destinato a una fine prematura per un incidente.
E ovviamente i ricordi più dolci e penosi sono quelli d'amore, per la sfuggente Laura (Francesca Neri)
Ci sono i primi ideali, la contestazione, la voglia di una nuova società e le liti con i fascisti, ma l'aspetto socio-politico è solo uno sfondo alla narrazione, ciò che preme al regista è raccontare una storia di amore e di amicizia, (forse) molto autobiografica (Yuri ha vent'anni nel 1973, quindi è coetaneo di Piccioni).E a far da colonna sonora le canzoni del grande Lucio Battisti.
Un piccolo gioiello da riscoprire, un film che per i ragazzi degli anni '50 (ma anche per quelli dei '60 come me) ha sicuramente il sapore di un ritorno a casa. E come tutti i ritorni sa essere al tempo stesso dolce e amaro.

Sulla trama

Yuri, ventenne di provincia, abbandona la sua città per cercare un lavoro altrove. La sera della partenza è l'occasione per un bilancio della propria adolescenza, per ricordare gli amici e gli amori che ormai saranno lasciati alle spalle

Sulla colonna sonora

Lucio Battisti, ma cosa altro devo aggiungere....

Su Giuseppe Piccioni

E' la sua prima regia e dimostra di avere qualità

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