Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
Romanzo di formazione autobiografico ed opera di debutto: un grande classico. Autoreferenziale fino al midollo (il film è ambientato ad Ascoli, città natale del regista), questo Grande Blek - personaggio di fumetti popolari negli anni in cui la storia è ambientata - è una storia gradevole ed equilibrata, fatta di momenti delicati e goliardici, di tensione e di puro spasso, fra scuola, casa e compagnia degli amici, e soprattutto narrata con discreta distanza, cioè senza prendere sempre e comunque le parti di Yuri, il protagonista, e riuscendo a raccontare anche in sua assenza. Piccioni realizza la sua prima regia con buone intenzioni e con un altrettanto buon cast: dei giovani Sergio Rubini (già noto) e Francesca Neri (qui al suo esordio) sentiremo ancora parlare a lungo, Roberto De Francesco (Yuri) non è male, nonostante il faccino da troppo-bravo-ragazzo che forse un po' stona; le idee non saranno granchè originali (soprattutto il drastico, tragico finale: un modo rapido per chiudere la storia), ma sono comunque ordinate e messe in scena in maniera efficace. Colonna sonora giustamente virata agli anni '60, con ridondanza battistiana: alla lunga, di questo passo, si trascende nel musicarello. 5,5/10.
Anni sessanta, vita di Yuri in famiglia, a scuola e con gli amici nella provincia marchigiana. Fra gli amici, il centro della compagnia è Razzo (così chiamato perchè incontenibile, scatenato), che però farà una brutta fine...
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