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Quei bravi ragazzi

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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ElvistoPolliniAmbarocco

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quei bravi ragazzi

di ElvistoPolliniAmbarocco
9 stelle

Liotta, De Niro, Pesci, Sorvino guidati da Scorsese uguale film da vedere. L'ascesa dei "bravi ragazzi" guidati da Paul, l'apice guidati da De Niro e Liotta e poi la caduta. Perchè come sempre quando si raggiunge l'apice dopo si fa subito a cadere...

Quando metti insieme un cast con Ray Liotta, Robert de Niro, Joe Pesci, Paul Sorvino e tanti altri guidati da quel furbacchione di Martin Scorsese non puoi non aspettarti che un capolavoro.

Godfellas ("Quei bravi ragazzi" in italiano) è uno dei tanti film sui gangster italo-americani ma a differenza di tanti altri film questo risulta essere particolarmente interessante in quanto non tratta le vicende di un italo-americano ma di un americano che è un affiliato alla malavita italo-americana.

Il protagonista è Ray Liotta (nel film Henry Hill) che da giovanissimo tutto fa tranne che essere un ragazzino: affascinato fin da sempre da quei malviventi ("bravi ragazzi") che passano le loro giornate nel bar vicino a casa del giovane. Gira che ti rigira alla fine Henry diviene prima aiutante dei "bravi ragazzi" per poi diventarne parte integrante.

L'aspetto più interessante è vedere come all'interno di queste organizzazioni (e su questo Scorsese è sempre stato geniale) esista una gerarchia interna: non esisteva decisione senza che non ci fosse l'approvazione di Paul Cicero (interpretato da Paul Sorvino). Nessuno poteva compiere azioni senza aver avuto l'approvazione di Paul che era ritenuto il "deus ex machina" del gruppo di malviventi.

Nel corso del film si vede la crescita esponenziale della figura di De Niro e di Liotta che - in particolare dopo aver scontato anni di reclusione - riescono a mettere da parte la figura di Paul e mettono a segno colpi che gli faranno incassare parecchi milioni di dollari.

Tuttavia non tutto è oro quello che luccica: Paul continua a cercare di tenere a bada i suoi "bravi ragazzi" ma De Niro e Liotta invece ormai sono lupi solitari bramosi di soldi e potere a cui si va ad aggiungere un altro personaggio (l'unico italo-americano del gruppo e l'unico che poteva diventare un "mafioso" riconosciuto dalla mafia al 100%) e cioè Tommy de Vito (interpretato da Joe Pesci).

Il film da quel momento in poi conosce una spaccatura: Paul non tiene più a bada nessuno, è invecchiato e il suo potere è venuto meno, De Niro è divenuto paranoico ed inizia ad uccidere chiunque reputi una potenziale minaccia, Liotta diviene un tossicodipendente e tra liti con la moglie, scopate con le amanti e paranoie varie vive con l'ansia addosso. L'unico che, pare, vada bene è De Vito che addirittura riceve il più grande invito che potesse ricevere: la Mafia lo invita a diventare un nuovo affiliato, un boss riconosciuto a tutti gli effetti. Ed invece è solo l'inizio della fine per il povero Tommy colpevole di aver calpestato i piedi a qualcuno di troppo potente...

 

Il film vive momenti di crescendo e momenti di stallo e il finale è forse il più scontato ma al tempo stesso il più giusto. I "bravi ragazzi" si sono divertiti e hanno fatto i loro comodi per anni ma alla fine è tutto finito.

 

Un bel film, magari non un capolavoro come altri film su gangster, ma comunque è un ottimo film.

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