Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Un altro capolavoro firmato Stanley Kubrick che come al solito riesce a distinguersi in postivo dagli altri registi infatti in "Full metal jacket" la guerra non è vista, come di solito accade, dal solo punto di vista dell'azione ma è invece analizzata dall'interno mediante la descrizione psicologia dei protagonisti. La prima parte ben fotografa il cambiamento di personalità che può avvenire in situazioni di isolamento, di allontanamento dalla vita civile, di annullamento delle prospettive personali che portano ad una esaltazione isterica come quella del sergente Hartman, e questi stati d'animo provocano la distruzione dell'essere umano (basti guardare la scena in cui muoiono il sergente ed il soldato palla di lardo).
Nella seconda parte si descrive come la guerra, la vita al fronte, siano in grado di distruggere le personalità, alienare le coscienze, annullare l'intelletto; a tutto questo prova a sottrarsi il soldato Joker sempre in dualismo con se stesso diviso tra il dovere di essere "born to kill" e la voglia di conservare le sue inclinazioni, mette infatti il simbolo della pace sulla sua divisa e si dimostra ribelle allo scopo di difendersi dalla omologazione morale che la guerra comporta; alla fine anche lui deve piegarsi in quanto nel momento in cui uccide il cecchino diventa un numero come tutti gli altri e quindi anche lui intona la delirante marcia di Topolino in un finale geniale. E' un film senza eroi, ne vincitori ne vinti, l'unica cosa sicura è che chi perde è l'uomo.
VOTO 9,5
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