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Follia dei dannati - L'ora che uccide

Regia di Armand Mastroianni vedi scheda film

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La recensione su Follia dei dannati - L'ora che uccide

di moonlightrosso
3 stelle

Dignitoso, deludente, ma tutto sommato da riscoprire!

Giallo di taglio televisivo non del tutto immemore della tradizione dell'italico thrilling al quale sostanzialmente si ispira.

In una New York nebbiosa e dall'atmosfera sudaticcia e malsana che solo il cinema dei settanta e dei primissimi ottanta sapeva regalarci, un misterioso quanto crudele serial killer si diverte a uccidere le sue vittime dopo averle ammanettate. Il detective Larry Weeks (Norman Parker), poliziotto con l'hobby del cabaret (mah!), decide di indagare con l'aiuto della sensitiva Virna (Elizabeth Kemp), una giovane disegnatrice che riceve l'ispirazione di abbozzare schizzi a matita delle future vittime ma senza essere in grado di individuarne l'omicida. Nel frattempo il cinico giornalista e presentatore televisivo Paul Mac Cormack (Perry King) tenta di sfruttare le capacità medianiche della ragazza impiegandola come protagonista nel suo reality show, senza però minimamente curarsi di mettere a serio repentaglio la vita di quest'ultima.

Un plot decisamente interessante, ancorchè non originalissimo (l'idea è in qualche modo debitrice di "Occhi di Laura Mars"), caratterizzato da un incipit promettente come la ragazza ritrovata nel fiume Hudson in avanzato stato di decomposizione (chiare le assonanze a "Una squillo per l'Ispettore Klute") e alcuni omicidi bizzarri, nonostante qualche piacevole assurdità: come abbia fatto l'assassino ad ammanettare il nuotatore in piscina sott'acqua agganciandolo alla scaletta è e rimane per me un mistero.

Purtroppo un copione senza mordente e una regia piatta e pedestre del tal Armand Mastroianni, modesto mestierante con una carriera equamente divisa fra cinema e piccolo schermo, ci conducono per un'ora e quaranta minuti (davvero troppi!!) stiracchiando la storia fino all'inverosimile, con buchi di sceneggiatura che esaltano i già preclari limiti nel saper tenere desta la suspence. Il tutto sino a un finale a sorpresa, di per sè abbastanza straniante, nel quale la pellicola, sia pure in parte, si riscatta.

A parte ciò, interpreti mediocri e semisconosciuti tratteggiano male i loro personaggi, assai poco coadiuvati dal doppiaggio deprimente e dilettantesco dei tv movies di quegli anni, con una piccola eccezione, se vogliamo, per l'imbambolato Norman Parker, tutto sommato simpatico quando rifa il verso a Jerry Lewis.

Se sugli altri scialbi protagonisti c'è assai poco da spender parole, meritano senz'altro una menzione, tra i comprimari, il meticcio John Pagan, occasionalmente impegnato anche nel nostro cinema di genere (fu uno dei portoricani che molestavano la signora perbene Alexandra Delli Colli in cerca di forti emozioni nello squartatore fulciano), nella parte, anche qui, di un criminale sudamericano. Nel breve ruolo del medico legale ci incuriosice inoltre vedere l'oggi compianto Richard Bolla; protagonista indiscusso della "golden age" del porno americano dei settanta tentò con lo pseudonimo di Robert Kerman di rifarsi una verginità artistica nel Belpaese, interpretando alcuni dei nostri più noti cannibal movies per i "maestri" Umberto Lenzi e Ruggero Deodato.

In definitiva, "L'ora della morte" rimane un prodotto dignitoso ma deludente per ciò che avrebbe potuto essere (se messo in mani migliori) e che, ahimè! non è stato.

Distribuito in Italia unicamente per il mercato "home video", si rinveniva quasi sempre in una o più copie, all'epoca dei primi dvd, nei cestoni dei supermercati, dei distributori di benzina e dei megastore di quel periodo, fra i titoli da svendersi per poche lire.

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