Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Fulci ha sempre avuto due lire a disposizione per dirigere i suoi film, e ciò a volte comportava il fatto che gli effetti non fossero di prim'ordine, e potessero risultare più che artiginanali. Fatto sta che questa "artigianalità" del regista ha sempre affascinato molti cultori (sì, anche Tarantino) capaci di passare oltre all'effetto palesemente falso. "Lo squartatore di New York" è uno dei film più sadici, più violenti e malati di Fulci, e gli effetti non sono poi così male e fanno rabbrividire al punto giusto.Il giallo funziona abbastanza bene, anche se la scoperta finale, il "chi è stato", è palese forse da metà film: in ogni caso, l'epilogo è ben costruito, fa salire un brivido lungo la schiena, anche se il movente dell'assassino è abbastanza risibile. Un thrilleraccio
guardabile, per i fan del thriller all'italiana e soprattutto fan di quel genio sottovalutato/sopravvalutato di Fulci (che alterna prove straordinarie ad altre un po' fiacche, anche colpa della sua vita, tutt'altro che gioiosa...), un film che rispetta il pubblico che predilige film del genere. Difficilmente un thriller ha raggiunto dosi di violenza così alte: qui troverete bottiglie rotte infilzate nella vagina, ventri tagliate da lamette da rasoio, e chi ne ha più ne metta... E ancora una volta Fulci tenta di indagare sulla nostra società: quasi tutti i protagonisti, ammettiamolo, sono dei gran porconi, quasi stesse a significare che ognuno di noi ha un suo lato oscuro... Forse però "Non si sevizia un paperino" colpiva di più dal punto di vista sociologico. Il fatto che l'assassino parli come un paperino fa molto riflettere: è sicuramente un'auto-citazione, in molti casi smorza la tensione e l'angoscia, ma almeno è originale. Sottovalutato e sopravvalutato. Voto: 6
Niente affatto male, anche se non sempre adattissima; comunque, ribadisco, bella.
Credibile, se la cava.
Vero nome: Antonella Interlenghi. Molto graziosa, con un bel visetto, anche molto credibile.
Inquietante al punto giusto.
La vittima nel traghetto: bel culetto...
Alterna prove molto valide ad altre un po' fiacche, ma sempre grande rimane; "lo squartatore di New York" è una delle sue opere più violente, sadiche e morbose. Ancora una volta Fulci indaga anche sulla nostra società. Il risultato non è così male come i critici dicono, ma non è un capolavoro come i fan di Fulci ribadiscono.
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