Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Mario Monicelli, il quale ben sapeva che cosa fosse una sceneggiatura ben fatta, diresse questo film, secondo me senza crederci. Ma il pubblico gli diede spago.
Lo so che a molti piace – e per questo ho voluto vederlo – ma a me è sembrata solo una commediola appena guardabile, non degna di Monicelli. La sceneggiatura è grossolana, e Monicelli è insicuro. La stessa base del soggetto e della trama è debole: lui la rapisce per sbaglio, lei però era innamorata di lui, questi la respinge, lui fugge (perché?), e lei lo insegue per vendicarsi (di cosa? di non averla voluta? di averla violata?). A me sembra un discorso un po' confuso, che non va a parare da nessuna parte. L'unica cosa chiara è la satira di certi costumi siciliani.
Quanto all'insicurezza del regista, si pensi alla scena dove lei va a chiedere di lui al ristorante italiano. L'attore che fa il cameriere non sa che espressione assumere e cosa fare, e la scena è visibilmente stiracchiata. E poi quel tizio che raccoglie le banconote accartocciate non si capisce che senso abbia.
L'apparizione di Stanley Barker è un sollievo, perché si sospendono per un po' le scenate, le urla, la recitazione sopra le righe o addirittura farsesca. L'attore inglese riporta, cioè, un po' di misura.
Per il resto, è una commedia di grana grossa, spesso sopra le righe, che procede a tentoni su un canovaccio di massima. Carlo Giuffrè è bravo, ed è forse è uno degli attori più sprecati del cinema di quegli anni. La Vitti – che io preferisco nei film di Antonioni - è bellissima, ma questo non basta a riscattare questa pellicola. È evidente, peraltro, oltre il messaggio femminista (nel senso di vendetta e di indipendenza della donna), l'intento di esaltare il Regno Unito davanti alla misera Italia, e la miserrima Sicilia. Oggi, tuttavia, io penso che si viva meglio nell'Isola italiana che in Inghilterra.
Monicelli dirige poco convinto, il copione è scadente, ma il successo lo premiò ciononostante. Per la Vitti si chiusero le porte dei drammi sentimentali, e si aprirono quelle della commedia.
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