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Americani

Regia di James Foley vedi scheda film

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La recensione su Americani

di munnyedwards
8 stelle

 

Ho sempre avuto un debole per i film di stampo teatrale, opere “semplici” presentate in modo rigoroso e senza fronzoli, meccanismi perfetti di magia cinematografica tenuti in piedi dall’essenziale: un’ottima sceneggiatura e un gruppo di attori in grado di valorizzarla.

Americani è un esempio fiammeggiante delle potenzialità di questo tipo di cinema, tratto da un opera teatrale di David Mamet (premiata con il Pulitzer nel 1984), riunisce in un contesto narrativo eccellente, vero motore del film, una manciata di attori straordinari, protagonisti e comparse di un dramma satirico dal ritmo perfetto.

Quattro agenti immobiliari in lotta per sopravvivere (Lemmon, Pacino, Harris e Arkin), un direttore di filiale viscido e opportunista (Spacey), un manager taglia teste (Alec Baldwin), sei personaggi in continuo movimento, sei squali dentro una vasca troppo piccola.

 

Al Pacino

Americani (1992): Al Pacino

 

Kevin Spacey

Americani (1992): Kevin Spacey

 

Jack Lemmon

Americani (1992): Jack Lemmon

 

La bravura di James Foley, regista poco conosciuto e dalla filmografia discontinua (l’unica vera perla è proprio Americani), è stata quella di mettersi totalmente al servizio della storia e degli attori, il suo lavoro dietro la macchina da presa quasi non si nota risultando però formalmente impeccabile.

Glengarry Glen Ross è un film costruito sui dialoghi, intere sequenze scoppiettanti micidiali parole, duetti da antologia, mostri sacri a confronto, spettacolo puro messo in scena in un contesto definito e poco appariscente (uno squallido ufficio, un ristorante poco frequentato, l’interno di un auto).

Si comincia con Black, il manager interpretato da Baldwin, il bastardo con le palle d’acciaio (e non è una metafora) che annichilisce i poveri venditori nell’incipit del film, si prosegue con Pacino che filosofeggia sulla vita mentre con nonchalance addenta una succosa preda (Jonathan Pryce), Ed Harris e Alan Arkin che giocano al gatto col topo nel bar e poi ancora una scena a caso dove giganteggia Lemmon.

La sceneggiatura di Mamet è a prova di bomba, fotografia impietosa di un mondo cinico e spietato, la morale del venditore non esiste, l’unica cosa che conta è la firma dell’acquirente sulla linea tratteggiata, l’obbiettivo primario è il successo, da raggiungere con qualsiasi mezzo.

Americani fu clamorosamente snobbato dall’Academy, l’unica nomination la conquistò Pacino (che quell’anno vinse con Profumo di donna) per la sua interpretazione di Ricky Roma, veramente troppo poco per un film dove le performance degli attori sono semplicemente strepitose.

Jack Lemmon premiato con la Coppa Volpi a Venezia.

 

"Oh, se non fossi la nullità che sei sapresti l’unica regola della vita: non aprire bocca finchè non si sa di che cosa si parla. Sei un ragazzino”.

 

Voto: 8.5

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