Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Accatone è il termine usato per descrivere una persona che approfitta degli altri, li sfrutta, pur di non dover faticare per tirare avanti, per trovare un lavoro stabile.
L'esordio alla regia di Pier Paolo Pasolini è sicuramente di alto livello. La storia è ambientata nel tanto amato scenario del sottoproletariato urbano, simbolo dei suoi primi lavori letterari e cinematografici. Il mondo cinematografico del Pasolini può essere diviso in due fasi: la prima, appunto come appena detto, del popolo, del sottoproletariato; la seconda dei grandi classici, dal Decameron alla Medea. Sicuramente c'è molto di Accattone anche nel secondo film di Pasolini, la Mamma Roma interpretata dalla fantastica Anna Magnani. Descrizioni di vita reale, di quel mondo che il poeta voleva difendere, proteggere dal consumo vistoso di quelli che definiva i nuovi-fasciti, dalla cultura egemonica ed omologante, dalla standardizzazione della lingua e della perdita delle identità locali, linguistiche ed etniche, tanto care al Pasolini. Quasi come se fosse un antropologo, studia, s'immerge in questa realtà, tipica dell'Italia del secondo dopoguerra.
Accattone è un nulla facente, uno che sfrutta qualsiasi opportunità pur di guadagnare soldi senza lavorare. Un ritratto dell'Italia vero, crudo, reale. L'Italia maschilista, pigra, che, soprattutto nel sud, riesce a stento a crescere sotto numerosi aspetti, dove chi ha un lavoro (vedi fratello di Accattone), viene paradossalmente deriso da chi invece preferisci far trascorrere il tempo con il nulla.
Un'opera che anche oggi trova riscontri, specialmente nelle condizioni disumane che molte donne sono costrette a subire a causa dei propri padroni, che le constringono a prostituirsi.
Numerose sono le influenze presenti nel film, in particolar modo quella della corrente neorealista, categoria in cui può essere tranquillamente inserito il film. Ma anche Bergman e il suo "Posto delle fragole" sembrano trovare, nell'opera pasoliniana, un riscontro, con la scena del sogno del funerale del protagonista, sebbene esistano delle differenze. Nel film del regista svedese il sogno è un viatico, permette al protagonista di pensare che il suo tempo è agli sgoccioli, e da lì parte la trama, e quindi funge da elemento portante per la struttura del film. In Accattone il sogno è, invece, una predizione, un auspicio di ciò che accadrà al protagonista di lì a breve, la conseguenza di quelle che durante l'intera pellicola sono state le sue spavalde azioni.
Un'opera, quella pasoliniana, di sicuro valore, inserita anche all'interno dei 100 film da salvare della storia del cinema italiano. Pasolini entra così nel mondo cinematografico con un'opera immortale, capace ancora oggi di emozionare e di far riflettere.
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