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Accattone

Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film

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La recensione su Accattone

di Inside man
10 stelle

Del tutto casualmente ho visto i film di Pasolini cronologicamente al contrario iniziando anni fa da Salò e la trilogia della vita. A quel tempo con tutta la buona volontà non riuscivo a condividere gli sperticati elogi per il regista. Avvicinandomi agli esordi e continuando nel paradosso (recentemente penultimo Mamma Roma ed ultimo Accattone), Pasolini è stato una vera scoperta. Oggi inevitabilmente riconosco la sua straordinaria grandezza ma in virtù soprattutto della folgorante prima parte della sua carriera cinematografica. La poetica pasoliniana trova compiutezza nella determinante componente “neorealista”, che egli seppe rivisitare, a distanza di un decennio dall’ultimo capolavoro (“Umberto D”), con ineguagliabile potenza, trasfigurandola in un linguaggio nuovo, crudo, ancor oggi scioccante (ben più delle ultime pellicole). Lo sguardo nitido della vita di strada subisce nelle sue inquadrature influenze di origine pittorica che ne esaltano plasticità, lirismo e autenticità, a cui aggiungere un magistrale ed ardito uso della musica classica. Pasolini coniuga come nessun’altro sacralità e nichilismo, bellezza e disperazione, e dall’alto della sua versatilità si avvale di tutti i mezzi possibili (parola, immagine, movimento e musica). Dopo gli inizi “da paura” (tre capolavori e mezzo con l’episodio “La ricotta”), abbandona gradualmente l’elemento neorealista involvendo in un formalismo ineccepibile quanto manierato. Parallelamente alla propria vicenda umana ed intellettuale, prosegue verso una spasmodica ricerca della polemica antisistema in difesa delle classi povere (principalmente legate alla tradizione contadina), che diviene sempre più accesa e tormentata fino all’estremo, catartico ed irrisolto ultimo film. Non vedo, di fatto, film eccellenti in questa seconda fase, bensì una certa idolatria dei critici più affezionati, peraltro abbastanza comprensibile quando è orientata protettivamente verso artisti “maledetti” particolarmente innovativi, spiazzanti, perseguitati da ostracismi e censure.

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