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Boudu salvato dalle acque

Regia di Jean Renoir vedi scheda film

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La recensione su Boudu salvato dalle acque

di alan smithee
8 stelle

locandina

Boudu salvato dalle acque (1932): locandina

MUBI
Nella Parigi degli anni '30, il clochard di nome Boudu vive per strada con l'affezionato cane randagio, che tuttavia un giorno smarrisce senza riuscire più a ritrovarlo. Angosciato dalla circostanza, solo ed in crisi, l'uomo decide di togliersi la vita annegando nella Sena. Ma, dalla finestra della sua bella casa, un libraio benestante con la passione per la musica, si rende conto della situazione e non esita a precipitarsi fuori casa, tuffandosi per salvarlo.
Impietosito, il salvatore finisce per accogliere l'uomo in casa, non rendendosi conto della rozzaggine e della grevità che lo caratterizzano; Boudu, questo il nome dell'aspirante suicida, arriverà anche a sedurgli con successo sia la moglie, sia l'amante, ovvero la giovane e disinibita donna di servizio che da tempo si occupava a tempo perso di far fronte agli ardori insoddisfatti del padrone di casa.
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Nella frizzante e acida commedia di Jean Renoir, prodotta dal protagonista, un istrionico Michel Simon che troveremo due anni dopo sempre barbuto e dispotico nel capolavoro L'Atalante di Vigo, il gran regista gioca a mettere a nudo i vizi e le (scarse9 virtù della classe borghese, ma anche quelle non meno evidenti che regolano l'esistenza di una classe sociale indigente ma non meno approfittatrice e subdola di chi appare sulla cresta dell'onda e vive agiatamente dei propri successi professionali e di casta.
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Il film, restaurato in modo impeccabile da un progetto portato avanti anche dalla Cineteca di Bologna, restituisce alla perfezione un gioiello degli albori del cinema e del sonoro, che anticipa in qualche modo la descrizione della vita di indigenti e classi inferiori che poi Vigo porterà nuovamente al centro del suo citato capolavoro, ambientandolo pure lui in gran parte sulle rive della Senna.
Ne scaturisce un piccolo gioiello che brilla per una insolita verve scollacciata e impudente, in grado di mettere in bocca ai suoi protagonisti battute sagaci e sin sfacciate per quei tempi, piene di doppi sensi e di evidenti rimandi a pratiche sessuali o avventure extraconiugali consumate nella più perfetta indolenza e strafottenza. 
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