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Il cavallo d'acciaio

Regia di John Ford vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il cavallo d'acciaio

di sasso67
8 stelle

Nonostante qualche ingenuità melodrammatica, del resto presente nella stragrande maggioranza dei film del periodo (gli ultimi anni del muto), siamo di fronte ad un grandissimo western, il primo nel quale John Ford s’impadronisce della materia e la plasma secondo la sua personalità. Il copione originario prevedeva, infatti, una delle tante storie di vendetta, tipiche del western dell’epoca, nel quale un giovane vive e cresce con il bisogno di vendicare l’uccisione del padre, avvenuta quando il nostro protagonista era appena un bambino. Ford prende questa sceneggiatura (tratta da un romanzo di successo), che ha come filo conduttore la costruzione della ferrovia che doveva collegare le due coste americane, e la piega ad una delle tematiche fondamentali del suo cinema a venire (qui il regista ha solo 29 anni), ossia la tensione al futuro delle comunità umane di volta in volta descritte. In questo senso, la sintesi del cinema fordiano è rappresentata da una figura che ricorre più volte nel cinema del regista del Maine, cioè il Presidente Abraham Lincoln, il quale, anche qui, riassume con una sua frase il senso di gran parte dei film di Ford. Ad un generale che gli chiede di non distogliere risorse dalla conduzione della guerra (di secessione) per finanziare la costruzione della ferrovia, il Presidente risponde: «Non dobbiamo permettere che i problemi della guerra ci rendano ciechi verso i più grandi problemi della pace che verrà. Altrimenti avremo combattuto invano». Per il resto, checché ne dicano alcuni critici, è già grande cinema pienamente fordiano, con i grandi paesaggi, gli attacchi degli Indiani – qui i “cattivi” sono i Cheyenne, mentre i “buoni” sono i Pawnee, che nel Piccolo grande uomo saranno definiti “leccaculo dei bianchi” – al “cavallo d’acciaio” (nel titolo originale sarebbe il cavallo di ferro, ma non si può pretendere che i traduttori di titoli abbiano anche nozioni di metallurgia) e i siparietti comici, qui affidati al buffo caporale Casey che, da buon irlandese, s’infuria per lo spreco alcolico quando vengono rotte le bottiglie di champagne all’inaugurazione della ferrovia.

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