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Giungla d'asfalto

Regia di John Huston vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Giungla d'asfalto

di Donapinto
9 stelle

Capolavoro del cinema noir. Strepitoso, non ci sono altre parole.

Appena uscito dal carcere, la mente criminale Erwin "Doc" Riederschneider, progetta un colpo notturno in una gioielleria che dovrebbe fruttare piu' di 500.000 dollari. Una volta trovato il finanziamento e la manodopera, il colpo viene messo a segno. Purtroppo non tutto fila liscio.            Tratto dall'omonimo romanzo di W.R. Burnett pubblicato solo un anno prima, GIUNGLA D'ASFALTO non e' solo uno dei vertici piu' alti del noir americano dell'epoca d'oro, ma anche uno dei capolavori dell'intero genere, preso poi a modello da molte altre pellicole, fra tutte RAPINA A MANO ARMATA di Stanley Kubrick del 1955. John Houston dirige con una splendida fotografia in bianco e nero un dramma criminale d'ambiente metropolitano modernissimo, che non dimostra assolutamente i suoi ormai 70 anni suonati e che esce da quegli stereotipi e da quella retorica che condizionava non poco il cinema americano di quell'epoca. Il film ci mostra una galleria di perdenti e anti-eroi interpretati da attori perfetti, dai protagonisti fino all'ultimo caratterista:  Dick Handley (Sterlyng Hayden) piccolo malvivente di periferia che sogna di tornare nel natio Kentucky con il denaro sufficiente per riscattare la fattoria di famiglia che la banca gli ha portato via. Ci tornera', ma per morirci in un prato mentre dei cavalli pascolano liberamente. Riederschneider (Sam Jaffe), il cervello del colpo, che a un passo dalla liberta' e dalla ricchezza si rovinera' per il suo eccessivo interesse per le ragazzine. Alonzo Emmerich (Louis Calhern) un raffinato avvocato di mezza eta' dai modi galanti, finanziatore del colpo, ma che in realta' spende piu' soldi di quanti ne possegga. Luigi (Anthony Caruso) lo scassinatore, un uomo con famiglia e sommerso dai debiti. Giulio (James Whitmore) che gestisce un piccolo e modestissimo bar in periferia. E infine Cobby (Marc Lawrence) un viscido e pavido biscazziere che anticipa i soldi del finanziamento a Hemmerick. C'e' spazio anche per una giovane e ancora sconosciuta Marilyn Monroe in un piccolo ruolo apparentemente insulso e insignificante, ma che in realta' si rivelera' essere incisivo. Houston gira prevalentemente in interni, che si  tratti dello squallido bar di Luigi, del cupo e tetro ufficio di Cobby o del lussuosissimo e confortevole appartamento di Heimerick. Pochi gli esterni: la sequenza iniziale che ci mostra la periferia della citta' deserta alle primissime luci dell'alba, con un'auto della polizia che da la caccia a Dick, oppure la gia' citata e famosa scena finale di Dick che muore all'aperto su un prato in campagna.  Houston con quest'opera controcorrente, demolisce il sogno americano, tant'e' che lo stesso regista e alcuni interpreti (Hayden, Jaffe, Lawrence) ebbero parecchie noie con l'allora commissione per le attivita' anti-americane. Assolutamente imperdibile per gli amanti del vero noir, ma anche del vero cinema.       Voto 9.5

 

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