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Salomone e la regina di Saba

Regia di King Vidor vedi scheda film

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La recensione su Salomone e la regina di Saba

di easyboy82
8 stelle

Non è un classico prodotto della "Hollywood sul Tevere", né fu girato tra California e Messico come dice un'altra opinione, bensì in Spagna, che per il suo essere più economica stava cominciando a rubare il posto di Cinecittà per le relocation al risparmio delle megaproduzioni hollywoodiane,

Detto questo, "Salomone e la regina di Saba" è sì un "classico prodotto", se non della Hollywood sul Tevere, quantomeno di quel filone prolifico di bible epic dell'epoca così pronti a prendere una qualsiasi coppia presente nell'Antico Testamento e ricamarci sopra una love story di pura fantasia.

Un film nato sotto cattivi auspici: com'è noto Tyrone Power (scritturato come Salomone) morì quando due terzi del film erano già stati girati, ponendo la produzione di fronte a dilemmi (e possibili scelte) non da poco. Si finì col chiamare Yul Brynner (che del resto era stato considerato per la parte anche nel casting di preproduzione). Scelta imposta dalla produzione, ma sgradita al regista, King Vidor, che non lo vedeva adatto al ruolo, In effetti se pensiamo alla virilità morbida e sensuale di Power, risulta evidente che Brynner aveva un'impostazione molto più austera e monolitica, poco adatta forse a impersonare "il re-poeta" e i suoi turbamenti e dilemmi quando si trova diviso tra il suo popolo e la fascinosa regina: mancava del physique du role giusto, insomma, nonostante il fargli crescere la barba una volta diventato re, cosa che su di lui, curiosamente, ne ingentilisce i tratti anzichè virilizzarli e indurirli ulteriormente. Poco convincente come scelta di cast a mio avviso anche George Sanders nei panni del fratello maggiore Adonjiah, all'epoca 53enne che ne dimostrava 60 e che per il divario troppo pronunciato di età col personaggio di Salomone non crea la giusta e credibile tensione nel conflitto tra i due fratelli. Altre carnevalate non mancano, come un faraone che sembra uscito da una festa in maschera. Bel tipo invece, John Crawford nei panni di Joab, una delle interpretazioni migliori di questa pellicola. Sulla Lollo e la sua interpretazione vedi sotto quanto penso a proposito.

Nonostante tutto questo il film coinvolge per la sua storia (di pura invenzione) e si lascia guardare fino alla fine, non senza piacevolezza. Scenografie sfarzose, come ci si può aspettare, ma più "aperte", ariose, spaziose, di quelle viste su altri set.

King Vidor, dopo 46 anni di film e qui alla sua ultima direzione hollywoodiana, ci regala una regia classica, accompagnata da una fotografia pulita, con un bell'uso del technicolor, vivace ma senza saturazioni di troppo.

Discreto successo al box office per la United Artists, grazie soprattutto al contenimento dei costi di produzione, non eccessivi per un epic del genere, consacrò la Spagna come terra di lavorazioni "convenienti".

Un 3 oggettivo e un 4 di gusto.

Su King Vidor

pulita, classica.

Su Yul Brynner

austero e tutto d'un pezzo, ci mette il suo ma è probabilmente non troppo adatto alla parte in sé. Comunque con i capelli, anzichè la sua iconica pelata, barbetta e sguardo assassino, è proprio un bel tipo.

Su Gina Lollobrigida

la nostra Lollo per bellezza e recitazione fisica (intendendo con questo mimica facciale e movimenti sul set) non aveva niente ma proprio niente da invidiare alla "grandi" americane. Dove mi ha convinto meno è, in più punti, alla recitazione vocale. La Lollo, si sa, dopo i primi film doppiò sempre sè stessa, sia nelle edizioni in italiano che in francese dei suoi film. Cosa giusta, naturale e apprezzabile, in teoria. Ma penso alla regina di Saba della Lollo doppiata da una certa Lydia Simoneschi e mi viene alla mente una resa che sarebbe stata "un po' " diversa.

Su George Sanders

a mio parere "miscast"

Su Marisa Pavan

gradevole presenza sul set, ma quanto dobbiamo al bel doppiaggio di Maria Pia di Meo?

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