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Il bell'Antonio

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il bell'Antonio

di zombi
8 stelle

sicilia anni 50. antonio torna a catania dopo qualche anno a gozzovigliare nella capitale. il padre lo guarda e capisce che a roma non ha concluso nulla. quindi gli propone un matrimonio combinato con un notaio della città conosciuto e rispettato, proprietario terriero e danaroso. antonio rifiuta e la sera stessa se ne va col cugino ad una festa in casa di un politico dove belle ragazze di tutta italia si confondono con gli uomini in ogni angolo del palazzo signorile in un'orgia di corpi che si mischiano. antonio si allontana con la foto ritrovata di barbara e se ne innamora perdutamente. torna a casa e annuncia ai genitori che farà il bravo figlio e sposare chi deve sposare. antonio è tornato da roma con la fama di sciupafemmine, rincasato per aver sedotto la moglie di un onorevole, ma anche di aver conosciuto molte persone ed aver legato con esse, creando una rete di dare-avere ben radicata. peccato che invece antonio sia solo una bella immagine totalmente infondata e tra l'altro molto malinconica perchè nasconde un segreto che se fosse rimasto a roma con la donna di inizio film che lo avrebbe amato così com'era, probabilmente si sarebbe risparmiato tutta la denigrazione pubblica che ne coseguirà invece a catania. accompagnato dalle belle musiche decadenti di piero piccioni e girato a catania a ridosso di muri scrostati, ambienti degradati e personaggi ghignanti che lo corteggiano per le sue presunte conoscenze in quella cloaca massima della capitale, antonio sembra muoversi tra di loro come se cercasse di scansare le gocce di acqua nel bel mezzo di un acquazzone. convinto di aver trovato la pace sposando barbara, tipica ragazza pura cresciuta in casa coi genitori e con il precetto dello zio prete, che lui idealizza con un angelo tanto che lei gli chiede di smettere di dirglielo perchè finirebbe per credergli, antonio non può far altro che guardare in faccia la realtà nel suo vagare come un fantasma per quella città che lui ricordava immersa nell'infanzia. la sua stanza, il cugino compagno di giochi, la totale mancanza di responsabilità legata esclusivamente a quella crescita e maturità sessuale che diviene la sua maledizione. carico di belle scene girate con eleganza e colorate da un potente bianco e nero di armando nannuzzi, ricordo il viso di mastroianni tagliato in due sulla cabrio mentre dialoga col cugino e la scena finale con la sua immagine riflessa che prende il sopravvento sul suo vero volto ovviamente di spalle, per poi svanire come un fantasma e rimanerne una traccia impressa nella retina, manco fosse un thriller argentiano. film strano. mastroianni nel suo massimo splendore virile e claudia cardinale nel suo periodo migliore, bella come un'immagine divina che la conoscenza pilotata trasforma in un diavolo incarnato, insieme a tomas milian, pierre brasseur e rina morelli tra i protagonisti principali.

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