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La vedova allegra

Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film

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La recensione su La vedova allegra

di kaosentus
10 stelle

Il Conte Danilo è uno sfrenato amante delle donne, quasi un casanova di professione. Non appena vede per strada una donna con un velo nero passare sul suo carro, se ne invaghisce e cerca in tutti i modi di conquistarla. Ma la signora, vedova da poco, non ne vuole sapere di abbandonarsi così velocemente ai suoi sentimenti e lo respinge, pensando (invano) che tornerà dopo un po' di tempo, quando lei sarà disposta ad accogliere le sue avances. Ciò non accade, tuttavia la vedova decide di superare il lutto e partire per Parigi, alla ricerca di una nuova vita. Un bel problema per il suo Paese, la Marshovia, la cui stragrande maggioranza delle ricchezze appartiene proprio a Madame Sonia: il re decide così di inviare un uomo di fiducia che possa riconquistare la dama e riportare lei (e i suoi averi) nel regno di Marshovia. E chi è quest'uomo? Ma il Conte Danilo, ovviamente!

Tra inganni e capovolgimenti di situazione, tra splendidi momenti canori e fantastiche interpretazioni (su tutte quella di Jeanette MacDonald, Maurice Chevalier e George Barbier - re Machmet), tra equivoci e battute semplici ma davvero spassose, il film scorre via in un lampo, spiccando per la capacità di trasmettere il piacere della risata intelligente, nonostante i rapporti tra i protagonisti siano sicuramente datati, d'altri tempi. Ma la gelosia, le bugie dette a fin di bene che però non sortiscono l'effetto voluto, il dover fare i conti con i propri sentimenti e i propri doveri no, queste cose non sono datate; fanno anzi parte della vita dell'uomo di ogni tempo, e Lubitsch le racconta e le esprime con un gusto e una grazia davvero unici, mostrando sin da questo film il talento per la commedia dell'equivoco che poi confermerà in altre smisurate (e più famose) pellicole come "Ninotchka", "Scrivimi Fermo Posta" e "Vogliamo Vivere". Capolavoro unico e imperdibile.

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