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Un uomo a nudo

Regia di Frank Perry vedi scheda film

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La recensione su Un uomo a nudo

di maurizio73
6 stelle

Un aitante cinquantenne si inoltra, a piedi nudi e indossando solo il costume da bagno, lungo un itinerario campestre attraverso le belle piscine di vicini e conoscenti con l'intento di raggiungere, in un ideale lunga nuotata attraverso un fiume immaginario che scorre lungo la valle, la sua residenza estiva dove sostiene che lo attendano la moglie Lucinda e le sue due figlie. Tra l'accoglienza calorosa di alcuni amici, l'ostilità aperta di altri e l'incontro doloroso con una sua vecchia amante delusa arriverà verso sera varcando il cancello arrugginito della sua proprietà abbandonata. Finale amaro.
Traendo spunto dal famoso racconto di John Cheever (accreditato in un cameo del film) la signora Perry scrive per il marito Frank uno sceneggiatura che cela, sotto le mentite spoglie di un classico melodramma sociale, l'anima nera di una dolente contraddizione tra le ambizioni frustrate del sogno americano e la verità inconfessabile di un fallimento umano e professionale; la condizione residuale e tragica di un dramma sulla rimozione della memoria individuale come metafora di un inesorabile declino civile della borghesia americana. Dramma sociale dall'impianto anomalo, il film di Perry si nutre di un climax fortemente allusivo in cui tanto gli elementi scenografici (splendida la fotografia in technicolor di David Quaid e Michael Nebbia) di un paesaggio crepuscolare che dall'estate digrada verso le malinconie cromatiche dell'autunno quanto la sensibile ambiguità dei dialoghi concorrono a ricreare una poetica del fantastico come struttura formale del linguaggio metaforico. Nonostante la inevitabile inclinazione al patetico tanto degli elementi narrativi che nella caratterizzazione dei personaggi (i vicini buoni e condiscendenti, quelli cinici e ostili, la riluttanza dell'amante tradita, la ferocia classista del biasimo sociale dei bottegai subalterni) è un film che asseconda in modo credibile lo spirito disincantato del soggetto da cui è tratto e si affida quasi totalmente all'esuberanza teatrale di un maturo e navigato Burt Lancaster, qui in un ruolo tanto efficace quanto commercialmente sfortunato (fu un insuccesso clamoroso della Columbia). Memorabili e struggenti le musiche di Marvin Hamlisch. Ned Merrill Doesn't Live Here Anymore.

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