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L'uomo venuto dall'impossibile

Regia di Nicholas Meyer vedi scheda film

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La recensione su L'uomo venuto dall'impossibile

di YellowBastard
7 stelle

Romanziere di successo, Nicholas Meyer, laureatosi alla Iowa University con una laurea in teatro e cinema, raggiunse la popolarità nel 1974 con il romanzo best-seller The Seven-per-Cent solution (La soluzione sette per cento) nel quale il personaggi di Sherlock Holmes creato da Arthur Conan Doyle si confrontava con la sua dipendenza dalla cocaina con l’aiuto di Sigmund Freud, elaborando una storia nel quale personaggi immaginari ma estremamente noti al grande pubblico (Holmes) viveva fantasiose avventure accanto a personaggi realmente vissuti (Freud).

Il successo fu tale che Meyer ripropose lo stesso concetto con il seguente Orrore nel West End dove Holmes questa volta aveva occasione di lavorare accanto a un austero Bram Stoker (e incontrare anche George Bernard Shaw e Oscar Wilde).

 

Con la successiva acquisizione da parte di Hollywood del suo romanzo per una trasposizione cinematografica, Meyers fu chiamato a scriverne anche la sceneggiatura, occasione che gli aprì le porte del cinema, con Sherlock Holmes: Soluzione sette per cento per la regia di Herbert Ross e che fu anche candidato all’Oscar per la Migliore sceneggiatura non originale (1977).

 

L'uomo venuto dall'impossibile (1979): in viaggio nel tempo con Jack lo  Squartatore | Gli acchiappafilm.it

 

Time after Time (titolo originale) fu invece il debutto alla regia di Nicholas Meyer e non fu opera di una sua intuizione ma il risultato di una prima stesura di un ipotetico romanzo scritto dell’amico e collega Karl Alexander. Meyer ne rimase talmente affascinato che lo opzionò per scriverne una sceneggiatura cinematografica (il libro scritto da Meyer fu poi pubblicato in contemporanea con la pellicola) che fu poi prontamente venduta alla Warner Bros. con l’unica condizione di esserne anche il regista.

 

Pur senza essere un capolavoro Time after Time rimane comunque una pietra miliare per la fantascienza dedicata ai viaggi nel tempo in un curioso divertissement, brioso e ritmato, sul genere gotico/fantastico e che anticipa, definendoli per primo, molti di quei meccanismi narrativi sfruttati in seguito da molte altre pellicole (la stessa coppia Spielberg/Zemeckis fece tesoro di molte di tali premesse nel realizzare, qualche anno più tardi, il loro Ritorno al futuro).

 

Originale e paradossale, abilissimo nel giocare con il problema dei paradossi e poco incline alla spettacolarità gratuita, costruendone la suspense senza indulgere nelle scene d’azione, il film forse si concede molte libertà e qualche ingenuità di troppo ma scorre senza cedimenti e compromessi, puntando invece sull’ambientazione e atmosfere estremamente curate grazie anche a un’ottimo casting e portando avanti, a suo modo, una certa critica alla società moderna, mettendo a confronto le convinzioni positiviste di H. G. Wells, che nella realtà era un fervente socialista, con una dolente riflessione, cinica e pessimistica, sulla natura umana incapace di evolvere e sempre preda, indipendentemente dai secoli e dalla sua “evoluzione”, dei suoi istinti più bestiali di cui è portavoce invece Jack lo Squartatore, molto più a suo agio rispetto a Wells in una San Francisco del 1979 che ben si presta alle sue inclinazioni e ai suoi peggiori impulsi riaspetto alla società vittoriana da cui proviene (“io là ero un mostro, qui sono soltanto uno tra tanti”).

 

MISTER WELLS, I PRESUME: L'UOMO VENUTO DALL'IMPOSSIBILE – Who Goes There?

 

Il protagonista Herbert G. Wells è interpretato dall’Alex di Arancia Meccanica, Malcolm McDonnald, in un ruolo inusuale di personaggio solare e positivo,

Inizialmente la Warner era contraria al suo ingaggio proprio per la sua fama di interprete di personalità estreme e invece è bravissimo nel rendere l’ingenuità di un uomo proveniente dal passato, un genio ed ecclettico protagonista nel suo tempo ma totalmente spaesato e inutile in epoca moderna, in modo anche da alleggerire la pellicola con un lato commedy che sorprendentemente ben si amalgama con quello più thrilling del film.

 

Un David Warner in grande spolvero interpreta invece John Leslie Stevenson ovvero Jack Lo Squartatore (evidente nel nome il richiamo all’autore de Lo strano caso del Dot. Jakyll e Mr. Hyde Robert Louis Stevenson), oscuro e inquietante nichilista e demiurgo della reale natura umana in contrapposizione alla quella più positivista di Wells ed è soprattutto la sua lucida follia a segnare indelebilmente la pellicola.

Grazie a questo ruolo fu anche scelto da Wes Craven come protagonista di Nightmare on Elm Street nella parte di Freddy Kruger ma impegni lavorativi lo costrinsero a rinunciare al ruolo andato poi a Robert Englund.

 

Accanto ai due antagonisti una giovanissima Mary Steenburgen, protagonista successivamente (e non a caso) del terzo capitolo di Ritorno al Futuro, e dove l’affiatamento piuttosto evidente con Malcolm McDowell era conseguenza di una reciproca attrazione nata sul set e che portò la coppia a sposarsi l’anno successivo.

 

L'uomo venuto dall'impossibile | kubovision | Film, Scrittori, Venere

 

La colonna sonora porta invece la firma di Mickols Rozsa, leggendario compositore degli anni d’oro di Hollywood e collaboratore di registi quali Hitchcock e Wilder e per il colosso della MGM, tra cui lo stesso Ben Hur con cui vinse il suo terzo premio Oscar.

Time after Time fu nominato per il premio Hugo nel 1980 e nello stesso anno vinse ben tre Saturn, ovvero gli Oscar della fantascienza.

 

Successivamente Mayer continuò a lavorare ad Hollywood, soprattutto collaborando con la saga di Star Trek, dirigendo Star Trek II: L’ira di Khan e scrivendo anche la sceneggiatura di Rotta verso la terra (Star Trek IV) oltre a realizzare Star Trek VI: rotta verso l’ignoto, ma anche realizzando lo scioccante, per l’epoca, e fortunatissimo (al botteghino) The Day after - Il giorno dopo, sulle conseguenze di una guerra nucleare in America improntate a un realismo il più estremo possibile.

 

VOTO: 7,5

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