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Batman

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Batman

di DeathCross
8 stelle

Molto fumettoso e indubbiamente 'datato', rimane un Signor Cinecomic, uno dei Migliori nel filone, perché riesce a rievocare atmosfere e toni tipici del Fumetto restando però coerente alla sua Natura Cinematografica, non come le robette che infestano le sale nell'ultimo lustro, le quali invece corrono dietro pedissequamente ai capricci dei nerd nascondendosi dietro tonnellate di CGI per fingersi grande cinema.

Burton è evidentemente limitato, frenato dalle 'ragoni di mercato', e questo dà, ad una visione superficiale, un clima rassicurante di buoni vs. cattivi al Film. Ma sotto l'apparente convenzionalità troviamo tutta la Visionarietà Artistica del Grande Burton: le scenografie gotiche (si sentono gli echi di Bava, e l'architettura della fabbrica ricorda molto la successiva fabbrica di cioccolato), la violenza tanto cartoonesca nell'assurdità quanto gustosamente macabra (lo scheletro carbonizzato, la morte 'ghignante'...), l'oscurità e i giochi con le ombre, inquadrature sghembe, costumi sgargianti opposti a costumi dark e, in Joker, costumi sgargianti impregnati di toni dark. Perfino la pelle innaturalmente bianca del Joker richiama moltissimo il pallore tipico dei Protagonisti Burtoniani. È presente anche, seppure in dosi minori, una sottile contestazione alla noiosità e alla banalità tipici delle classi borghesi, nonché una, seppure annacquata, derisione delle forze di polizia, le quali si dimostrano stupide e incapaci di affrontare la criminalità di Gotham, quando non sono da essa corrotte (come il tenente Eckhardt, ma anche un ben pasciuto Gordon viene sorpreso dalla mdp mentre gioca d'azzardo alla festa di Wayne. Sottile e graffiante il particolare dei volti struccati dei giornalisti in seguito alla notizia, annunciata da Joker, di un avvelenamento dei cosmetici, forse una satira che mostra lo 'svelamento' dell'ipocrisia e della finzione tipica della classe dei giornalisti (e su questa classe io la penso come Gaber: "di certo non sono delle brave persone","cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti, e si direbbe proprio compiaciuti!").

Non manca l'aria di Malinconia con cui il Regista è solito circondare i diversi (anche nei film più commerciali e meno liberi, come la Regina di Cuori in "Alice in Woderland"), in particolare la coppia opposta di Batman e Joker. Il primo, interpretato sobriamente da Michael Keaton, è un ricco idealista che non si vede rappresentato nello sfarzo in cui vive (emblematica la scena della cena con Vicki consumata ad una tavolata lunghissima che distanzia notevolmente i due, tanto da spingerli a cambiare sala per cenare sul tavolo più semplice e accogliente di Alfred); il secondo invece (un Jack Nicholson sempre magistrale) è un folle deforme dalla mente Unica e Visionaria, e con tutta probabilità è il Personaggio che davvero interessa Burton e in cui si riconosce maggiormente, in quanto Artista e Anti-Sociale.

Spesso nei Film di Genere e in particolare nei Cinecomic (ma anche nei Film d'animazione Disney) si presta molta più attenzione verso i cosiddetti 'cattivi' che non verso gli 'eroi', vuoi perché gli eroi sono facili da 'amare' (specialmente se si condividono i """valori""" della società, ovvero legalità e ordine), vuoi perché i 'cattivi' risultano molto più interessanti e stimolanti in quanto specchio dei lati inconsci più oscuri, vuoi perché un 'buono' non potrà mai essere convincente se la sua nemesi non è sconvolgente, sta di fatto che nella storia del cinefumetto i ruoli 'negativi' sono sempre stati assegnati (almeno fino a qualche anno fa) ad attori con una certa maturità interpretativa riconosciuta, da Gene Hackman nei vari "SuperMan" (che ancora mi mancano, ma il supereroe indistruttibile mi risulta simpatico solo nel discorso di Bill in "Kill Bill") al Willem Dafoe/Goblin nello "Spider-Man" raiminiano, passando per Nick Nolte padre di Hulk nel pesantemente sottovalutato Film di Ang Lee o l'ambiguo Magneto di Ian McKellen negli "X-Men" di Singer, ma la lista è lunga assai (anche se ora si tende a preferire attori giovani ma promettenti). Ovviamente, anche nel "The Dark Knight" nolaniano l'attenzione è posta soprattutto sul Joker del compianto Ledger piuttosto che sul Batman di Bale, sia perché il pipistrello cupo e serio era già stato presentato e sviluppato in modo più che dettagliato nel precedente "Begins", sia perché, come si diceva sopra, non si poteva rendere convincente il supereore oscuro senza rendere più che convincente la sua Nemesi per eccellenza; a questi fattori bisogna aggiungere anche, purtroppo, il bisogno di sfruttare al massimo il botto mediatico causato dalla tragica morte del giovane attore, però, se non ricordo male o non me lo sono sognato (e ciò è più che possibile, conoscendomi), questa accusa è stata mossa più a Gilliam per il suo "Parnassus" che non alla warner per il BlockBuster d'Autore sul 'paladino di Gotham'. Cosa differenzia però l'attenzione Burtoniana verso il Joker Nicholsoniano rispetto a tutti gli esempi sopra riportati e, in particolare, all'attenzione Nolaniana verso l'altro Joker Ledgeriano? Ebbene, come detto sopra solitamente i 'cattivi' sono più sviscerati dei 'buoni' proprio perché bisogna rendere più convincenti gli eroi, e in particolare nel "Dark Knight" il Joker serviva a contrapporre un modello negativo di terrorista sovversivo impropriamente definito ""anarchico"" (in realtà più nichilista nell'accezione più delirante e improntata ad una distruzione totale fine a sé stessa, mentre per noi Anarchici e Anarchiche, o almeno per me Anarchico, la Distruzione del vecchio sistema è solo una fase di passaggio indispensabile per poter costruire una Società Libera dalle catene del potere) al modello ordinato di società legalitaria e incorrotta 'vigilata' da un individuo super-partes detentore e difensore del 'giusto', ma anche molto fascista nella sua impostazione liberticida, e ciò diventerà evidente nell'ultimo e peggiore capitolo della trilogia nolaniana "Rises" (dove il sedizioso Bane incita la folla alla brutta e cattiva rivolta, ma fortunatamente batman e gli eroici sbirri ci salveranno dal sovvertimento delle regole e dell'ordine costituito... Ma vaf-------!).

Nel Film di Burton, invece, come detto sopra il Joker è posto così attentamente sotto la lente analitica del Regista perché è più vicino alla sua Sensibilità Artistica: eccentrico, teatrale, distruttore eppure amante profondo dell'Arte e dalla Mente fortemente Visionaria, il Joker di Nicholson riesce a rendere bizzarre e affascinanti nonché comiche le morti più Macabre, donando un tocco di Poesia allo spettacolo disturbante del Decesso. Però, come detto ad inizio recensione, questo "Batman" non è tra le opere più libere del Maestro del Gotico Contemporaneo, e infatti il suo Joker non può essere definito un 'perfetto' Eroe Burtoniano (cui invece si avvicinerà maggiormente, stando almeno alle sequenze da me viste in passato, il Penguin di "Returns"): oltre a non essere 'nato' Freak, il nostro Joker è troppo ossessionato dalla brama di potere e di popolarità, e il suo odio verso il nemico pipistrello consiste soprattutto in una gara ai consensi e ai titoli di giornale (mentre il Penguin deVitiano, se non ricordo male, è più untriste sociopatico strumentalizzato dal viscido politicante Shreck interpretato da Walken). Però c'è anche quel sottotesto Frankensteiniano di Odio verso il proprio creatore: infatti, oltre che per invidia, Joker vuole distruggere Batman - cercando, tra le altre cose, di rubargli pure l'Amata Vicki, anche se inconsapevolmente (?) - anche per vendicarsi di averlo 'creato' gettandolo nella vasca di acido che gli ha donato il colorito candido e il sorriso perenne (riprendendo il piccolo Capolavoro "The Killing Joke" del Maestro Anarchico Alan Moore). Però anche Batman è stato creato sulle ceneri di Bruce Wayne dallo stesso Joker/ Jack (ma Nicholson interpreta sempre omonimi?) Napier con l'uccisione dei suoi genitori. Siamo di fronte ad un circolo vizioso che sottolinea linconsistenza di uno scontro tra 'bene' e 'male': la violenza 'eroica' di Batman non è affatto diversa da quella 'criminale' di Joker, poiché dietro lo schermo della 'lotta contro il crimine' si nasconde la motivazione non tanto nobile (in quanto strettamente personale ed 'egocentrica') della Vendetta. Inoltre la brutalità giustizialista (oserei dire 'fascista', ma forse sono io troppo politicizzato) dell'homo-chiroptera risulta fredda e autoritaria in confronto alla Passione Artistica della Follia Omicida di Joker. Entrambi però, come accenna il Clown nel finale (dopo che Bruce gli rinfaccia l'omicidio dei genitori), sembrano due bambinoni, due eterni peter pan che giocano con la Violenza diventando due potenziali macchine micidiali, due pericoli pubblici frutti di una società che nasconde sotto una coltre di ipocrisia e comodità le ingiustizie e le diseguaglianze tipiche di un regime dittatoriale, solo che invece di essere difesa da militari in divisa si auto-difende con la diffusione capillare di una mentalità e di una logica votata al consumo e al conformismo volontario.

 

Per il resto, il Film vanta un Cast eccezionale in cui spicca, ovviamente, Jack Nicholson calato superbamente nel Ruolo inquietante ma allo stesso tempo comico di Joker: non saprei dire se il suo 'fumettoso' e 'surreale' sia migliore o meno rispetto a quello 'realistico' e 'serio' di Ledger, perché troppo distanti come toni sia delle loro interpretazioni che dei film di appartenenza, per cui li considero entrambi sullo stesso livello.

La scenografia invece è gustosamente gotica (specialmente nel finale nella cattedrale), le musiche di Elfman conferiscono all'Opera la giusta atmosfera in equilibrio tra Dark e Fumetto, il trucco e i costumi del Joker sono indimenticabili mentre quelli di Batman sono decisamente invecchiati, ma chissenefrega, l'importante è che funziona ed è coerente con l'Atmosfera generale del Film, la sceneggiatura è un assai fumettosa (a parte nei dialoghi di Joker, ricchi di Poesia e Saggia Follia) ma anche qui è in linea col clima generale.

 

Sicuramente non un Capolavoro (ma vista la natura esplicitamente commerciale del filone CineComic è quasi impossibile arrivare a questo risultato), però resta un Classico del Genere e uno dei suoi esempi più Autoriali e Inventivi, senza dover ricorrere ad una seriosità pesante e inutile per sembrare impegnata.

Da vedere!

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