Regia di Mick Jackson vedi scheda film
Film fatto su misura per Whitney Houston, dove poté sfoggiare tutto il suo talento artistico (era il suo periodo d’oro).
Si ascoltano con piacere le sue canzoni, la sua voce poco black ma cristallina e dotata di ottima estensione verso le note più alte, e si gusta una trama ben costruita, per quanto scontata.
Romance e thriller si fondono attraverso un consueto stile commerciale che offre uno show mediamente coinvolgente e apprezzabile, con una discreta dose di azione, casi psichiatrici come villains e tanti buoni sentimenti non estranei tuttavia a qualche melensaggine, purtroppo, sino all’epilogo forse non prevedibile, che sceglie la strada del romanticismo maledetto, lasciando con l’amaro in bocca.
Un amore impossibile ma intenso, in quello che deve essere solo un rapporto professionale (ma chi lo ha detto? Troppe paranoie e blocchi mentali a mio avviso, quando invece l'amore non guarda in faccia a nulla e a nessuna difficoltà!).
Ben articolate le personalità di tutti i personaggi, che protendono verso il realismo anziché l’idealismo; piacevole e percepibile l’alchimia tra la Houston e l’affascinante Kevin Costner, i quali si cimentano in buone interpretazioni, tutto sommato, sfoderando ogni particella dei loro carismi; indimenticabile la colonna sonora e ben congegnati i colpi di scena, anche se pochini.
Un film in definitiva gradevole, impreziosito da ritmi costanti e una narrazione fluida che sa giostrare con classe e destrezza i suoi stereotipi e luoghi comuni. Molto lontano dal capolavoro, ma fu un cult per i giovani degli anni Novanta e, se si guarda senza pretese…
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