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Le avventure del Barone di Münchausen

Regia di Terry Gilliam vedi scheda film

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La recensione su Le avventure del Barone di Münchausen

di mm40
7 stelle

I turchi stanno attaccando la città; in un teatrino il barone di Munchausen mette in scena le sue incredibili avventure. Ma il teatro viene bombardato e il barone si ritrova in fuga, in cerca dei suoi preziosi aiutanti dotati di superpoteri, grazie ai quali sconfiggere i nemici invasori.

 

Il perpetuo accavallarsi di realtà e fantasia, le pittoresche descrizioni e le rocambolesche situazioni narrate nelle Avventure del barone di Munchausen, romanzo di Rudolf Erich Raspe ispirato ai racconti di un vero barone fanfarone vissuto nella Germania del XVIII secolo, non potevano non colpire l'immaginazione di un regista e illustratore spumeggiante e variopinto come Terry Gilliam. Reduce dal successo di Brazil (1985), il nostro imbastisce così insieme a Charles McKeown una sceneggiatura mozzafiato colma di azione, di cambi di scena e di tempo e di personaggi iperbolici che si perdono, si ritrovano e pure si sdoppiano, con un occhio sempre strizzato al fumetto, ma principalmente inquadrabile come gigantesca fiaba. In tal senso la presenza della piccola Sarah Polley, costantemente al fianco dell'ottimo protagonista John Neville, è garanzia di purezza infantile e di un indomito spirito giocoso, incontrovertibilmente disposto alla perpetua fascinazione; e se nel cast di Brazil Gilliam aveva richiamato l'ex compagno di Monty Python's flying circus Michael Palin, qui c'è posto, in uno dei ruoli centrali, per Eric Idle. Ma le star sul cartellone si sprecano, realmente: Robin Williams (accreditato però come Ray D. Tutto), Valetina Cortese, Jonathan Pryce, la giovanissima Uma Thurman, Oliver Reed, Sting (in un cameo all'inizio del film) e lo stesso McKeown di cui sopra. Le avventure del barone di Munchausen è un saggio di cinema fantasy che sfrutta, ma non abusa di effetti speciali e mostra un Gilliam in ottima forma; ciononostante la pellicola in sala fu un disastro e contribuì a fomentare le voci che volevano il regista lento e spendaccione. La leggenda del re pescatore (1991), il suo successivo lavoro, lo riporterà immediatamente al gradimento sia di pubblico che di critica. 7/10.

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