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Barry Lyndon

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Barry Lyndon

di laulilla
10 stelle

Tutti prima o poi ci proviamo, consapevoli che di questo film sia davvero difficile dire qualcosa di originale, soprattutto dopo le autorevoli recensioni degli utenti di questo sito.

 

Ispirato liberamente al romanzo picaresco di William M. Thackeray, pubblicato a puntate nel 1844 col titolo The Luck of Barry Lyndon, il film non è narrato in prima persona e mantiene solo in parte il carattere avventuroso dell’opera letteraria, poiché Kubrick è più interessato a cogliere la dinamica dei fatti storici, sociali ed economici, all’interno dei quali collocare il tentativo di resistibile ascesa ai più alti gradi della società di Redmond Barry (Ryan O’Neal), l’irlandese orfano di padre, povero, accolto, ancora adolescente, nella famiglia degli zii (proprietari terrieri pieni di debiti) e costretto dagli eventi e dall’impulsività ingenua e non priva di generosi intenti a diventare soldato, al servizio dell’alleanza anglo-prussiana, durante la Guerra dei sette anni (1756 – 1763).

 

L’ attenzione del regista è volta a individuare i meccanismi, per lo più spregiudicati e spesso fraudolenti, attraverso i quali il giovane aveva dato la scalata all’alta società del suo tempo, diventando un ricco imbroglione, barando alle carte con la complicità di una spia irlandese che viveva sotto falso nome, e riuscendo, infine a sposare la bellissima Lady Lyndon (Marisa Berenson), restando tuttavia escluso dai giochi del potere politico, ancora nelle mani dell’aristocrazia e del clero.
La rivoluzione americana dapprima e quella francese ormai in atto, avrebbero rimescolato le carte e in qualche misura messo in crisi la vecchia società degli ordini e delle caste, privilegiando il mercato e gli affari, quando  ormai Redmond, vecchio e mutilato, era ancora una volta condannato a rimanere fuori da ogni forma di potere.
Si sarebbe accontentato, perciò, di sopravvivere con l’esiguo vitalizio che proprio Lady Lyndon avrebbe autorizzato a pagargli, su proposta dell’odiato figliastro, Lord Bullington (Leon Vitali), che gli aveva ingiunto, in cambio, di allontanarsi da lei per sempre.

Siamo nel dicembre 1789 – unica data  leggibile tra le carte sottoposte alla firma della donna che lo aveva amato – a pochi mesi dal 14 luglio.

 

 

 

 

 

L’attenzione filologica di Kubrick nel ricostruire con precisione ogni aspetto dello scorcio di Settecento che andava raccontando si manifesta anche nei più minuti particolari.  Vediamo lo scenario en plein air, ispirato alle atmosfere dei paesaggisti francesi e inglesi  fra Sette e Ottocento (dalla Malvern Hall di John Constable, alla Passeggiata del mattino di Thomas Gainsborough, alla pittura equestre di George Stubbs).

Ricca di riferimenti alla pittura dell’epoca anche la penombra degli interni, ravvivata dal fulgore delle candele accese – unica luce artificiale di cui il regista aveva voluto avvalersi- (William Hogarth, Johan H. Fussli, Johann J. Zoffany). 

 

Kubrick affidò alla nostra Milena Canonero la realizzazione dei costumi, ai quali dedicò cultura e intelligenza che le valsero l’Oscar*, mentre l’eccezionale colonna sonora, che spazia da Vivaldi a Schubert (ma non mancano cenni a Paisiello, a Bach, a Mozart, o alle musiche irlandesi) accompagna, con diversa modulazione, il racconto distaccato della voice over, funzionale alla distanza critica che il regista intendeva  mantenere fra sé e la storia del piccolo irlandese ambizioso e sfortunato, di cui descrive le gesta.

 

_________________


*QUI il racconto di Milena Canonero sui giorni di lavoro e di collaborazione con Kubrick per questo film.

 

 

Film ora in streaming, rivisto attraverso il DVD fatto uscire dalla Cineteca di Bologna, dopo il restauro realizzato per i quarant’anni dalla prima uscita, nel 2015, mentre tornava in alcune nostre sale, nello splendore ritrovato della versione originale.

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