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Downsizing - Vivere alla grande

Regia di Alexander Payne vedi scheda film

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La recensione su Downsizing - Vivere alla grande

di champagne1
6 stelle

Grazie a nome del pianeta Terra!

L'inquinamento dilaga, il fenomeno della sovrappopolazione non sembra contenibile, il global warming è sotto l'occhio di tutti. Quale soluzione possiamo immaginare per limitare i danni presenti e futuri? Dalla Norvegia arriva una proposta: rimpicciolire gli uomini e vedere di colpo ridimensionare l'impatto dell'umanità sul Pianeta ...

 

Payne è un regista che finora si è fatto notare perché i suoi films sono intrisi di un black humor misto alla capacità di dipingere con toni ferocemente satirici la società contemporanea americana; il suo precedente lavoro, molto interessante, è stato Nebraska.

L'idea di Downsizing è precedente a Nebraska, ma poi scavalcata dalla realizzazione di quello, e Payne la descrive come il tentativo di produrre una satira sociale fantascientifica.

La storia parla di una coppia della media borghesia piena di debiti che vede nel ridimensionamento la possibilità di moltiplicare i propri averi e accedere a un livello di vita che, a dimensioni normali, non potrebbe mai permettersi.

 

 

E già qui l'aspetto satirico è evidente, nel momento in cui la scelta del ridimensionamento - lungi da avere funzioni filantropiche - diventa una spinta alla soddisfazione di necessità egoistiche. Ma subito dopo emerge il carattere del protagonista Paul (Matt Damon) in cui la crisi esistenziale da uomo di mezza età, compresa la perdita/insoddisfazione per il ruolo sociale mescolata alla crisi della propria mascolinità , soprattutto dopo le vicissitudini avute nel nuovo mondo in cui è andato ad abitare, diventa il tramite per una evoluzione personale che lo condurrà a fare scelte decisive per il prosieguo della sua vita.

Quello che funziona meno è la parabola discendente del plot che, partito alla grande nel descrivere il patema planetario associato al patema del protagonista, si perde nel finale andando a perdersi in elementi fin troppo grotteschi ma fuori tono e alla fine non arriva a delineare né un profilo da film di fantascienza distopica né uno di tipo più esistenziale.

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