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O.J.: Made in America

Regia di Ezra Edelman vedi scheda film

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La recensione su O.J.: Made in America

di Corinzio
10 stelle

"Io non sono bianco, io non sono nero, io sono O.J."

 

locandina

O.J.: Made in America (2016): locandina

Questa frase è una delle chiavi fondamentali per capire il senso di quest'opera complessa, articolata e monumentale di quasi otto ore. Attraverso la parabola di O.J. Simpson, Edelman ha raccontato l'America e le sue contraddizioni. Ha raccontato anni di storia dei diritti civili, del razzismo in America, parallelamente alla vita di quest'uomo che non solo giocava a football, ma era un vero e proprio eroe di questo sport. Raccontato parallelamente perchè il contesto delle lotte dei neri con la vita sportiva e non di Simpson nemmeno si sfiorano.

O.J. Simpson

O.J.: Made in America (2016): O.J. Simpson

L'individualismo spiccato di questo atleta non gli permette di fare una scelta radicale come per esempio Cassius Clay. Rimane ai margini perchè il problema non lo tocca e se lo toccasse potrebbe influire negativamente sulla sua carriera. Per lui parleranno solo ed unicamente le sue imprese sportive ed i suoi record. Non si può nemmeno definire "accettato" dalla comunità dei bianchi, anzi si va addirittura oltre: non è percepito dai bianchi come un nero, perchè il football guarda un po' meno il colore della pelle e se riesci ad emergere come un fenomeno nel football, in america sei come un dio intoccabile.

Ezra Edelman

O.J.: Made in America (2016): Ezra Edelman

Sono percorsi paralleli che inevitabilmente si incrocieranno in quello che è stato il processo del secolo. Anni di umiliazioni per i neri, dai disordini di Watts, fino al pestaggio di Rodney King da parte della criticatissima polizia di Los Angeles, sempre al centro del mirino della comunità nera. Los Angeles è una polveriera incredibile, una pentola a pressione pronta ad esplodere ed O.J. Simpson si ritrova ad essere l'ennesimo simbolo perseguitato dai bianchi nei confronti della comunità nera, al quale lo stesso Simpson non fregava più di tanto. Un processo che andò oltre le aule del tribunale, che rivestiva significati più vasti di quello che era un caso di duplice omicidio e l'assoluzione di un probabilissimo quanto quasi certo colpevole fu un risarcimento per Rodney King.

Il documentario è impostato in maniera molto classica, con un vastissimo materiale di repertorio più le testimonianze di coloro che vissero quegli eventi. Quasi otto ore che sono raccontante in maniera straordinaria per linearità e lucidità. E' la storia di una parabola americana, dello smarrimento del senso di giustizia di fronte al problema del razzismo che ancora oggi è presente nella società statunitense come un cancro inestirpabile perchè frutto di tale società malata e corrotta. E' un atto di accusa verso tutta l'America, bianca, nera e di tutti colori.

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