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Lights Out: Terrore nel buio

Regia di David F. Sandberg vedi scheda film

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La recensione su Lights Out: Terrore nel buio

di Utente rimosso (cinerubik)
7 stelle

Da un'idea geniale nasce un film godibile e spaventoso che si nutre di una delle paure più diffuse al mondo, quella del buio, che tutti almeno una volta nella vita hanno dovuto affrontare.

Diversi mesi fa, l'amico Max con il quale condivido dall'infanzia la passione per l'horror, rimase sorpreso dal fatto che io non avessi ancora visto, né sentito parlare, di un cortometraggio (di 3/4 minuti), intitolato "Lights Out" che, a quanto pare, stava spopolando su YouTube e i vari social. M'impose di guardarlo lì, in auto (era lui al volante) seduta stante e ne restai affascinato (nel senso ben noto agli amanti dell'horror). La trovata, assai efficace, era quella di far percepire la sagoma di un'entità (dalla silohuette femminile), nascosta nella penombra, invisibile con la luce accesa e il "gioco" di clicchettii d'interruttore (on/off/on/off) innescato dalla spaventatissima LOTTA LOSTEN (avrà un ruolo anche nel film) che è la radice del corto, con l'inquietante figura nera che appare e scompare ad ogni pressione sul pulsante, divenne ben presto l'incipit del movie diretto dallo stesso D.F.SANDBERG regista anche del corto e fondamenta di un trailer dal forte impatto, capace di rendere questo film, uno dei migliori incassi dell'estate nelle nostre sale.

 

locandina

Lights Out: Terrore nel buio (2016): locandina

 

IL FILM

 

Messo da parte ciò che lo ha "dato alla luce", il film (prodotto dal sagace ma non infallibile James Wan) è scorrevole e ben strutturato. La trama intinge sapientemente nel rapporto di coppia, nei legami di famiglia e s'inzuppa di psicologia e psichiatria (innumerevoli i collegamenti ad altri film del genere). Si salta sulla poltrona ogni volta che le luci calano sulla scena poiché il buio e la penombra sono i veri padroni (oltre ai numerosi jump-scare) delle emozioni provate dallo spettatore. La trama racconta di Martin (GABRIEL BATEMAN), un bambino spaventato dal degenerare della psiche materna che, dopo aver avvertito in casa strane presenze, chiede aiuto alla sorella maggiore Rebecca (TERESA PALMER), che ormai da anni ha rotto i rapporti con la madre. La presenza nel buio si mostra da subito aggressiva e ostile, nonché legata attraverso un misterioso passato alla famiglia che ne subisce gli attacchi. Attorno al corto viene imbastita una storia inquietante e interessante, sviluppata attraverso dettagli e flash-back che hanno il pregio di non farla troppo lunga e andare dritti al punto. Alcuni dialoghi sono davvero intensi e non mancano situazioni divertenti e toccanti. Si trema, si salta e si sorride, talvolta, fino al finale (in parte prevedibile) che non spalanca come al solito, pur mantenendo aperta, una porta al sequel.

 

La protagonista è TERESA PALMER (The Grudge 2, Racconti Incantati, Point Break), attrice famosa più per le sue disavventure di hackeraggi multimediali ai suoi account che per la bravura. Tuttavia la sua interpretazione è credibile e dà spessore al film.

Nel cast figura anche MARIA BELLO (volto noto di E.R. e la ricordo come il boss del "Coyote Ugly"), brava e intensa nella parte di una mamma segnata da una vita drammatica caratterizzata da "cicatrici" del passato e medicinali.

Un po' piatto ma sufficiente ALEXANDER DI PERSIA (mai visto prima) nel ruolo del ragazzo di Rebecca.

Una piccola ma importante parte nel film (nelle sue fasi iniziali) l'ha anche BILLY BURKE, noto al grande pubblico per essere stato il papà di Bella nella saga di Twilight.

 

In conclusione, Lights Out -Terrore nel buio- è un horror che poggia su una delle più grandi fragilità dell'essere umano (IL BUIO) e ha il merito di farlo non soltanto grazie a tecnologie avanzate ma partendo da un'idea semplice e davvero geniale, in una fase in cui le sceneggiature non brillano certo per innovazione narrativa. Ben fatto.

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