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Operazione terrore

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su Operazione terrore

di dedo
8 stelle

Kelly si accorse subito che qualcosa non andava. Era appena arrivata nel garage a bordo della sua elegante e possente cabriolet ed era scesa, serena, pensando ancora alla piacevole serata passata da amici. Il locale era pressoché al buio, illuminato dal riflesso sul terreno della luce posta sopra la porta d’ingresso. Ma, in piedi, spaventata, ma non terrorizzata, avverte un respiro pesante, ansante, tipico di una persona asmatica (come ebbe a ricordare dopo). Chiede: “Ma c’è qualcuno ?”. Il tempo di guardarsi attorno quando viene afferrata alla gola ed una mano le tappa la bocca.

“Non ho intenzione di farti male…no,no, non ti voglio far del male, ti voglio solo parlare…non ti faccio niente, ho detto”, togliendo la mano dalla bocca “a meno che tu non faccia sciocchezze. Ma se le fai ti ammazzo. Ho già ammazzato due persone, una di più non mi fa paura. Ci siamo capiti bene !” Kelly con la testa fa un cenno di assenso. “Brava. Che vita sottile che hai, però. Vediamo se indovino: 85..55..90 scarsi, vero ? (risata sarcastica). Io so tante altre cose di te, signorina Sherwood.”

“Che cosa vuole ?”

“Io voglio te”

“Mi metto ad urlare, questa è una strada molto frequentata”

“Tu non griderai ed io so benissimo quanta gente ci passa da qui” risponde l’aggressore ansimando.

“Ma almeno andiamo in casa, non c’è nessuno”, propone Kelly.

“Lo so. Tua sorella sta da un’amica, Luella Hendrix, in Wall Street numero 206. E’ uscita alle 7 e 23 e tu sei andata al tuo cocktail alle 7 e 32. Hai visto, io so parecchie cose sul vostro conto, tutto quello che c’è da sapere.”

“Va bene, stiamo più comodi se andiamo a casa….”

“e così mi vedresti in faccia…no….no…se mi vedessi in faccia ti sentiresti tentata e ci rimetteremmo tutti e due, tu la pelle ed io i miei centomila dollari”

“Centomila dollari ?”

“Tanti me ne servono”

“Se sa tutto di me, saprà che non ho un soldo”

“Son sicuro che ne hai, ne hai tutta una banca a disposizione”

“A quanto pare lei mi ha bene inquadrata….è così che si dice “

“Si è così che si dice. Tua sorella Toby ha 16 anni e va alla scuola media superiore George Washington. Ha un compagno che la viene a prendere per portarla alla scuola pochi minuti prima che tu esca di casa per andare alla banca. Fa colazione in un posto vicino alla scuola che si chiama Neughout, assieme ai suoi amici. Esce alle 3 e 15 e, se il suo amico David non la riaccompagna, torna a casa in autobus. Comunque è sempre a casa prima delle 4 e così rimane sola per un’ora e mezza. Sola, qui, senza nessuno. E’ tua sorella. E’ un po’ giovane ma non è niente male.”

“Che devo fare ? “ dice con un fil di voce Kelly

“Adesso si. E’ semplice. Svaligerai la banca dove lavori e mi darai i soldi.”

“Ma è impossibile”

“Vedrai che è possibile. Io stasera ho solo voluto fare la tua conoscenza, per così dire. Mi farò vivo presto, ti spiegherò punto per punto quello che dovrai fare e come lo dovrai fare. Se andrà tutto come deve andare e se tu non combinerai guai forse ti darò il venti per cento del bottino.”

“…molto generoso…”

“Non mi provocare, ti avverto, non mi provocare. Se i soldi non li vuoi non li prendere, ma devi fare come dico io. Capito !. Se tenterai di dirlo alla Polizia o a qualcun altro  io lo saprò, non sono l’unico a sorvegliarti. E’ chiaro ?…”

“…si…”

“Avanti, sali sulla macchina…guarda davanti a te e non ti voltare…chiudi lo sportello…guarda avanti, Kelly…non t’ho fatto niente per questa volta perché spero che mi aiuterai, ma guarda che alla prima mossa sbagliata io ti ammazzerò….o ammazzerò tua sorella….sta dove sei per dieci minuti…buonanotte Kelly. Mi rifarò vivo”

Sette minuti di splendida cinematografia, sia per esecuzione, tutta in primo piano, sia per recitazione, messa in risalto dall’uso appropriato del b/n, che in campo scuro, focalizza e valorizza il volto e la capacità espressiva di Lee Remick. Sette minuti in cui il regista comunica subito le coordinate per seguire con  attenzione sin dall’inizio il filo narrativo di questo polar, dalla suspense continua, arricchita da numerosi colpi di scena e da personaggi che ne accentuano il valore. Il Blake Edwars, apprezzato soprattutto per le sue numerose commedie brillanti, si cimenta in un poliziesco,  asciutto ed essenziale, con grande capacità ed inventiva, con la stessa abilità usata in generi diversi, ma con effetti di assoluto valore narrativo, inserendo ogni tassello nel posto e nel momento giusto. Non a caso molti esperti considerano questo film uno dei migliori del suo repertorio. Ci riproverà 10 anni dopo con “Il caso Carey”, ma con esito poco brillante. Ispirato dall’omonimo libro della coppia Gordon Gordon e Mildred Gordon, che impiegherà anche come sceneggiatori, il film si avvale di due eccezionali protagonisti, Lee Remick e Glen Ford, in stato di grazia, ma anche di un cast di grande rilievo e capacità recitativa. La bella e conturbante Remick, dai meravigliosi occhi, è Kelly. Si mostra come una ragazza capace di tenere sempre sotto controllo la paura che la attanaglia, non perde mai la testa o si lascia andare ad inconsulte manifestazioni di isterismo, molto simile alle donne algide hitchcockiane. Glen Ford copre il ruolo di ispettore dell’F.B.I. con competenza e capacità, confortante, fornendo una prova attoriale di grande rilievo. Non possiamo non accennare anche alla prestazione di Ross Martin, il bandito asmatico Red Lynch. Un cenno alla mirabile fotografia di Lathrop ed alla inconsueta colonna sonora di Mancini. Nel complesso è un thriller di tutto rispetto, tirato ed affascinante del quale , per correttezza, non descrivo le varie scene eccellenti che lo caratterizzano (ad esclusione della prima), poco conosciuto ed erroneamente poco considerato, ma da rivedere e riprendere in considerazione. Voto 8

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