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Acqua e sapone

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su Acqua e sapone

di Donapinto
5 stelle

Visto il grande successo ottenuto con BOROTALCO, Carlo Verdone ne ripete il medesimo schema narrativo, quello di un'individuo che si finge un'altra persona, tanto da innamorarsi e fare innamorare di se la persona che gli sta accanto. In ACQUA E SAPONE troviamo Rolando (Carlo Verdone) un laureato in lettere costretto a lavorare come bidello in una scuola cattolica. Con uno stratagemma si sostituisce a un noto teologo, riuscendo così a farsi assumere da una manager americana per dare lezioni a sua figlia Sandy (Natasha Howey) una fotomodella sedicenne sulla cresta dell'onda. Verdone propone un paio di interessanti riflessioni, come la condizione (attualissima) di molti laureati costretti a umili lavori per vivere, e il cinismo di alcuni genitori che sfruttano certe qualità dei figli (in questo caso la bellezza) per far soldi. Se in BOROTALCO il frustrato Sergio voleva evadere da un'esistenza mediocre e monotona, qui e' la bellissima Sandy che vuole fuggire da una prigione di lusso per poter assaporare (come qualsiasi adolescente) le semplicità della vita. Per il resto ACQUA E SAPONE e' una commedia leggera leggera, una sorta di fiaba moderna, smielata e intrisa di buoni sentimenti (troppi), con un repertorio comico limitato e poco riuscito. Divertono i duetti fra Verdone ed Elena Fabrizi e col vicino di casa invadente Fabrizio Bracconeri, in particolare quando si trova in casa di quest'ultimo per chiedere in prestito una bottiglia di whisky e il brevissimo dialogo che segue con alcuni ospiti presenti, sorta di hippy-coatti: "frequenti il giro der Vickingo a Fregene?", "conosci er Patata?", "no, chi e?", "n'amico der Vickingo". Per il resto ACQUA E SAPONE non va oltre il prodotto di gradevole intrattenimento, per me piuttosto deludente, ma che piacerà ai fans più fedeli dell'attore-regista. Verdone a corrente alternata, bellissima ma insipida la Howey, bene la Bolkan nella parte della rigida e tirannica madre. Una storia d'amore fra un trentatreenne e una sedicenne, con tanto di rapporto sessuale (non mostrato). All'epoca forse era normale. Oggi?

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