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L'infernale Quinlan

Regia di Orson Welles vedi scheda film

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La recensione su L'infernale Quinlan

di Antisistema
10 stelle

Tratto da un soggetto di poco conto, nelle mani di Orson Welles l'Infernale Quinlan (1958), che nelle intenzioni della Universal doveva essere solo una proposta thriller-poliziesco buttata fuori a getto continuo tanto per fare numero, diviene un capolavoro assoluto della storia del cinema e perfetto esempio di come in fondo anche se non si ha una grande storia base tra le mani, se sei un grande regista puoi riuscire a tirare fuori un grande film lo stesso e se sei un grande maestro della storia del cinema e forse per alcuni il più grande di tutti, tiri fuori l'ennesimo tuo capolavoro. La mano di Welles si percepisce per tutta la durata della pellicola, cominciando dal piano sequenza iniziale di oltre tre minuti che inquadra una bomba infilata nel bagagliaio di una macchina e poi tra gru, virtuosimi acrobatici e carrelli, la macchina da presa segue il veicolo soffermandosi poi su due individui che camminano; Mike Vargas (Charlton Henston) e Susie (Janeth Leigh), un poliziotto messicano e un'americana appena sposati che pregustano una lunga luna di miele, quando al loro bacio uno scoppio improvviso mostra il veicolo menzionato in precedenza deflagrato dall'esplosione con i corpi devastati di una ballerina e del noto imprenditore Rudy Lennekar. Brutta faccenda si prospetta all'orizzonte, anche perchè il reato è avvenuto in territorio americano a pochi metri dalla frontiera con il Messico da cui proveniva la macchina. 

In pochi minuti quindi Welles già ci ha presentato il caso in cui ruota tutto il film, alcuni personaggi principali e l'ambientazione dell'opera ed il tutto con un unica ripresa gestita in uno spazio enorme e che mette in pratica per la prima volta il piano sequenza, come tecnica dal virtuosismo tecnico complesso, ma perfettamente amalgamata con la narrazione, più che come longtake "statico" visto in precedenti film come Quarto Potere (1941), anche se bisogna dire che la tecnica era stata portata avanti nella sua concezione "dinamica" da registi come Alfred Hitchcock in pellicole come Nodo alla Gola (1948), ma solo con l'Infernale Quinlan la tecnica forse assume le caratteristiche di cui ancora oggi è contraddistinta, influenzando una marea di future generazioni di cineasti. 

Ad indagare sul caso ci sono per la parte americana il sergente di polizia Pete Menzies (Joseph Calleia) ed infine lui! Si, avete capito bene; l'immenso e titanico (in tutti i sensi) ispettore Henry Quinlan (Orson Welles).

 

 

La trama investigativa s'intreccia con uno sviluppo complesso che mette in scena varie vicende che dopo l'avvio iniziale proseguono per percorsi paralleli, oltre all'indagine su chi sia stato a mettere la bomba nell'auto condotta da Quinlan e Menzies con la collaborazione di Vargas, assistiamo in contemporanea agli intrighi della famiglia malavitosa dei Grandi, gestita da Joe Grandi (Akim Tamiroff), che tramite Susie vogliono arrivare a minacciare Vargas, poichè il boss vuole impedire all'agente di testimoniare al processo mandando così definitivamente il fratello del malavitoso in galera, che attualmente è in carcere. 

La struttura narrativa quindi parallelamente di volta in volta si focalizza sui vari personaggi ed i loro percorsi narrativi, queste trame distanti arriveranno poi ad oltre metà film a collimare tra loro dando pieno significato al titolo del film (in lingua inglese, Touch of Evil, ovvero la "Sete del male"). Indubbiamente il film poggia sulle spalle del Welles sia attore che regista, il quale facilmente finisce con il rubare la scena ad un Charlotn Henston non proprio credibilissimo nei panni di un agente messicano, scelta imposta dallo studios per ragioni evidentemente di botteghino. Da che era un fuscello in Quarto Potere (1941) ed era riuscito a conquistare la bellissima Rita Hayworth, Orson Welles negli anni s'è sempre dato più alla pazza gioia aumentando il peso ed ingrandendo sempre più il girovita, arrivando ad assumere proporzioni sempre più immense; "titaniche" a voler essere corretti, senza però mai che venisse meno la sua presenza scenica carismatica e con Quinlan la sua potenza in scena raggiunge vette mai toccate in precedenza; andatura claudicante per via della mole ma anche per una gamba semi-paralizzata da un proiettile, scarica gran parte del proprio peso su un bastone che lo aiuta ad appoggiarsi, i tratti del suo viso sono pieni delle sue guance pacioccose e deformati dagli obiettivi grandangolari combinati con l'inquadrature dal basso, che ne fanno una figura che satura ogni spazio libero riempiendolo della propria persona.  

 

Janet Leigh, Charlton Heston

L'infernale Quinlan (1958): Janet Leigh, Charlton Heston

 

I modi dell'ispettore sono burberi e spicci, il suo carattere è autoritario quanto violento e non nasconde di certo il suo razzismo verso i messicani di cui disprezza tutto dalla lingua sino alla civiltà in toto, sopportando con estrema fatica la figura di Vargas. 

Quinlan sarebbe un personaggio difficile con cui empatizzare, eppure il grande Welles ci dona dei tocchi umani che ci fanno affezionare a lui, nonostante incarni gli abusi della polizia nella sua persona e detesti i messicani considerandoli spazzatura, l'ispettore è una figura tragica ed immerso da anni in un titanico dolore da cui sembra poter trovare un temporaneo ristoro solo dalla sua amica Tanya (Marlene Dietrich), tenutaria di un bordello, affogando la sua solitudine nel chili e ascoltando le commoventi note della pianola del locale lasciandosi trasportare dalle stupende note del compositore Henry Mancini, arrivando nel pre finale anche a commuovere lo spettatore perchè è chiaro che infondo è un uomo dall'animo devastato, dal corpo sfatto dall'obesità e immerso in una società che alla fine dai vecchi sino ai giovani simil yo yo James Dean (il regista non li ama molto evidentemente) è sempre in preda ad una sete sfrenata di male puro, una figura come Quinlan è una reliquia del passato, un uomo che non ha alcun futuro perchè ha da anni gettato via la parte migliore di sè, risultando incapace di accettare la scomparsa della sua "Rosebound", finendo con il trovare rifugio nell'oscurità più nera accumulandola sempre più sino a corroderne lo spirito e traboccare infine dal suo corpo. 

Avanti anni nelle soluzioni tecnico-registiche arrivando ad esapserare i barocchismi visivi ed il nero ed il bianco della luce che si alternando ad intermittenza nell'illuminazione, che sancisce l'impossibilità di stabilire confini certi nonostante gli estremismi estetici, i quali trovano d'altronde pieno riscontro fisico nei luoghi delfilm come l'inquietante motel in cui pernotta Susie che sembra prefigurare quello di Psyco, ma anche il labile confine tra Stati Uniti e Messico per il quale all'epoca il transito era ancora libero e senza barriere architettoniche poste dal "liberal" Clinton e poi sempre più rafforzate dai suoi successori come a voler impedire l'ingresso del "male" nel loro paese che in realtà ne è già pregno da anni e anni come mostra un regista sagace e anti-sistema come Orson Welles. Incassi non molto soddisfacenti in america, ma buoni in Europa specie in Francia che tra l'altro tributò un'eccellente accoglienza al film, nonostante fosse considerato dallo studio Universal ad unn certo punto un B-movie e soggetto ad interventi di manomissione in fase di post-produzione con dei reshoot girati da altri, oggi comunque il film è disponibile in versione DVD nella versione da 112 minuti che si presume vicina alla volontà del regista basata su annotazioni e considerazioni di 58 pagine sul film scritte all'epoca da Orson Welles.  

 

Orson Welles, Charlton Heston, Joseph Calleia

L'infernale Quinlan (1958): Orson Welles, Charlton Heston, Joseph Calleia

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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