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The Beatles - Eight Days a Week

Regia di Ron Howard vedi scheda film

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La recensione su The Beatles - Eight Days a Week

di ragiunatt
6 stelle

Nel periodo che va dal 1963 al 1966 i Beatles, ottenuta una popolarità enorme, girarono il mondo per un tour musicale dai ritmi intensissimi. Ron Howard (Ricky Cunningham) raccoglie materiale di quel periodo vorticoso, in cui i quattro ragazzi di Liverpool affrontavano platee immense, trascinatori spavaldi ma mai arroganti. Erano ritmi spaventosi, ma nelle immagini paiono lievi sull'onda di tanto entusiasmo. I filmati d'epoca di ragazzine isteriche (la regia non lesina) sono accompagnate da diverse interviste girate per l'occasione: Paul McCartney, Ringo Starr, Sigourney Weaver, Whoopy Goldberg. Ma c'è anche qualche intervista d'archivio (John Lennon).  

Il documentario è, come attendibile, agiografico: i diritti del materiale sono stati evidentemente ceduti a fronte di un attento controllo dei contenuti da parte degli aventi diritto, e d'altronde Ron Howard non è certo regista da inchiesta ficcante. E' un peccato, perchè c'era spazio per capire meglio l'esplosione di violenza che aveva accompagnato l'ultima tournè dei Beatles negli States. Era un periodo intrinsecamente violento o quei 4 ragazzi rappresentavano la conservazione solo per il fatto che cantavano l'amore yeye invece che pace e libertà? E anche il ruolo che l'uso di droghe pesanti ha avuto sulla coesione del gruppo poteva essere ben approfondito, invece l'argomento passa in cavalleria come se fosse stato un episodio di una gita da fattoni.

Ma nonostante una certa superficialità, forse inevitabile, spesso le immagini parlano con grande forza. E' impressionante la freschezza, la sincerità e la spavalderia con cui Lennon e McCartney davano interviste sempre originali e mai banali. Colpisce l'evidenza dello strettissimo vincolo di amicizia che regnava tra di loro nei primi anni, tutti senza ambizioni da primedonne ma con un forte senso di cameratismo.  L'allegria travolgente dei primi concerti stona infine stridente con i musi lunghi, le faccie antipatiche dei quattro suonatori separati che suonano sul tetto nell'ultimo concerto pubblico della band.  La fine triste di un'amicizia irripetibile tra geni della musica. 

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