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Il terrore del silenzio

Regia di Mike Flanagan vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Il terrore del silenzio

di Fanny Sally
7 stelle

Buon thriller con qualche venatura horror non troppo originale ma ben sorretto da regia e interpretazioni.

Una giovane scrittrice non udente, trasferitasi in una nuova casa lontana dalla città,  viene perseguitata da un misterioso maniaco omicida intenzionato a torturarla e poi ucciderla, per puro cinico divertimento. La ragazza dovrà contare su tutto il suo ingegno e la sua astuzia per riuscire a sfuggirgli, non potendo contattare nessuno.

 

Buon thriller con qualche venatura horror che ha nella peculiarità della sua protagonista, affetta dall’handicap di essere sordomuta, ma dotata di un temperamento grintoso e di un’arguta inventiva che ne compensano il suo svantaggio, la sua vera unica nota di originalità. Lo scenario e le dinamiche sono infatti abbastanza ricalcate sui classici del genere quando non appaiono come vere e proprie citazioni: la scrittrice in crisi di ispirazione, la casa isolata ai margini di una zona boscosa vista in innumerevoli films, il sadico assassino mascherato (con una maschera che ricorda un po’ quella della saga Venerdì 13 un po’ quello di Scream), l’irrompere di una minaccia mortale in una quotidianità tranquilla e appagante e apparentemente priva di particolari problemi.

 

L’intreccio dunque si basa su una serie di elementi risaputi e già visti, che vengono però abilmente mescolati e messi in scena dalla buona regia di Mike Flanagan (già autore dell’inquietante Oculus) che trova nel montaggio essenziale, fluido e ben ritmato un ottimo alleato, rendendo la visione tesa e avvincente fino all’ultimo fotogramma. Notevole anche la prova della protagonista Kate Siegel, brava nel sapere esprimere unicamente con gli occhi e con il linguaggio del corpo le molteplici emozioni vissute dal suo alter ego, al punto da oscurare un po’ il meno memorabile antagonista interpretato da John Gallagher Jr.

 

Nel complesso un film che intrattiene ricalcando strade già battute, senza osare troppo ma riuscendo a rendersi ugualmente interessante e coinvolgente.

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