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Il terrore del silenzio

Regia di Mike Flanagan vedi scheda film

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atomzombie

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La recensione su Il terrore del silenzio

di atomzombie
5 stelle

locandina

Il terrore del silenzio (2016): locandina

 

 

In attesa dell'uscita di “Somnia”, il regista del buon “Oculus” (rara eccezione del panorama horror americano moderno) propone su Netflix un piccolo home invasion (altro sottogenere che, dopo l'insopportabile ondata paranormale, sembra essere in procinto di essere stuprato da qualsiasi registaccio senza idee di Hollywood).

 

La storia di questo “Hush” non ha nulla di particolarmente nuovo: una ragazza sola in un cottage viene stalkerata dal solito maniaco che la vorrebbe morta senza particolari ragioni...

Cosa c'è di originale? Una scream queen che non può urlare! La protagonista è infatti sordomuta; un handicap molto pesante in situazioni del genere.

 

John Gallagher Jr.

Il terrore del silenzio (2016): John Gallagher Jr.

Kate Siegel

Il terrore del silenzio (2016): Kate Siegel

 

 

Purtroppo questa volta Flanagan mi ha convinto poco.

Il background della ragazza mi è sembrato un po' povero e non facilita l'empatizzazione; la trovata della Sordità funziona bene in una sola scena (la prima), per il resto poteva sicuramente essere sfruttata meglio e infine anche la “digressione” immaginaria che vorrebbe forse essere geniale non ha nessun senso. Sappiamo tutti che non farai morire la protagonista a metà film (a meno che non ti chiami Hitchcock). Per capire cosa intendo, un'idea simile usata al contrario e con uno scopo preciso è quella del telecomando in “Funny Games” di Haneke. Qui Flanagan sembra solo voler prendere in giro lo spettatore.

 

Il Villain è quanto di più banale si possa immaginare: la faccia e le espressioni di tal “John Gallagher Jr.” sono completamente anonime e mai inquietanti, come anche la balestra e la maschera usata 5 minuti solo per essere inserita nel poster.

Si salva solo la tecnica del regista americano e l'uso del sonoro veramente ottimo.

Per il resto nulla da ricordare.

 

Se volete un Home Invasion con i controc***i vi consiglio al volo il francese “À l'intérieur” di Bustillo, il buon vecchio “Cane di paglia” di Peckinpah, il recentissimo “Knock Knock” di Eli Roth o il capolavoro già citato di Haneke “Funny Games”, che a mio avviso rimane l'apice indiscusso di questo sottogenere.

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