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Giovinezza giovinezza

Regia di Franco Rossi vedi scheda film

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La recensione su Giovinezza giovinezza

di mmciak
8 stelle

"Giovinezza giovinezza" diretto nel 1969 da Franco Rossi,
devo dire che è un piccolo gioiellino.

La storia si svolge principalmente a Ferrara
durante il ventennio fascista, durante la guerra
di Spagna e antecedente alla guerra mondiale,
e racconta di Giordano e Mariuccia, fratello e sorella,
formano con Giulio un consolidato trio d'amici.
I primi due appartengono alla media borghesia agraria,
mentre il terzo è di origini più umili.

Mentre intorno il regime si consolida, cominciano
ad avere i primi dubbi sulle loro convinzioni.

La pellicola prodotta dalla Daniel Film e distribuita
dalla Titanus (Che bello il logo con la sua musica!),
ed è tratto dal romanzo omonimo di Luigi Preti
è il 12° Lungometraggio di Franco Rossi,
che con un Budget risicato racconta una storia
di amicizia e di giovinezza, dove i protagonisti
Mariuccia e Giordano sono fratello e sorella, più l'amico Giulio,
creando un Film intimista e confidenziale,
con le voci narranti di ciascuno e con il tempo
che passa e cambiano le cose sua nelle loro vite
che nel paese.

Il regista prende come riferimento il neorealismo,
i lavori di Maselli e Bertolucci con quelli che allora
produceva il Cinema francese, e riesce ad essere
scorrevole e senza annoiare, con la tesa musica
del Maestro Piero Piccioni, respirando un
atmosfera malinconica che aleggia in tutto
il complesso.

Ma il Film è profondamente politico, dove i ragazzi
andando avanti cominciano ad avere dubbi sul
regime fascista,cominciando nel 1937,
durante la guerra di Spagna,
e il regista riesce a far respirare il clima dell'epoca
anche per come si discuteva per i locali, in casa
e per la strada.

Ma non solo l'ho trovato anche cinefilo perché i
ragazzi si mettono anche a fare dei cortometraggi
insieme, perché Mariuccia è appassionata
di Cinema e si diverte a mettere in pellicola
dei romanzi.

Devo anche dire che ho trovato interessante il
montaggio di Giorgio Serrallonga, che fa salti
temporali sia nel presente dei ragazzi e sia nel passato di bambini,
a farci capire le loro vicissitudini e i collegamenti.

Ma quello che salta più all'occhio è la splendida
Fotografia di Vittorio Storaro, al suo primo
lungometraggio a soggetto, dove crea una Ferrara
nebbiosa, quasi tetra in bianco e nero,dove
aleggiano anche riferimenti dell'espressionismo
tedesco, e infatti vinse il Nastro d'argento,
iniziando una luminosa carriera.

Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove spiccano soprattutto Katia Moguy, nel ruolo di Mariuccia Cavallari,
Roberto Lande, in quello di Giordano Cavallari e Alain Noury
che interpreta Giulio Govoni, che sono i tre protagonisti,
dove tutto il complesso gira intorno a loro e poi
figurano anche un giovanissimo Alessandro Haber
e  Olimpia Carlisi-Antonio Centa-Piero Gerlini-
Colomba Ghiglia e Guido Alberti.

In conclusione un buon Film,
dove il regista crea un atmosfera malinconica
e intimista raccontando i dubbi giovanili
sul regime fascista, e dove si cercava di
prendere altre strade per il partito almeno
per le idee dei giovani dell'epoca,
ma anche di amicizia che si consolida
nonostante le cose cambiano, in una Ferrara
nebbiosa e tetra, e dove rimane impressa
questa aria malinconica che aleggia in tutto
il complesso, per un lavoro interessante
e che deve essere riscoperto.

Il Mio Voto: 7.

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