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Ballad in Blood

Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film

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La recensione su Ballad in Blood

di maghella
7 stelle

 

Il mattino dopo una nottata di bagordi, 3 ragazzi si svegliano non ricordando assolutamente nulla di ciò che è successo solo poche ore prime. Lenka, inquilina dell'appartamento, Jacopo il suo ragazzo e Duke un amico di colore (“afro-qualche cosa”), non sono proprio i classici bravi ragazzi della porta accanto: droga, sesso ed eccessi sono all'ordine del giorno per loro e la nottata di Halloween appena trascorsa pare essere stata solo l'ennesima occasione per andare fuori di testa. La casa del giorno dopo pare infatti un campo di battaglia: vomito, bottiglie di birra vuote e rotte, fumo e droga sembrano aver preso il sopravvento su quella che dovrebbe essere la vita tranquilla e spensierata dei ragazzi in questione. Ma il risveglio dei 3 non avrà solo i postumi della sbornia da smaltire, il cadavere di Elisabeth, coinquilina di Lenka, precipita dal soppalco completamente nudo e con la gola tagliata. Chi ha ucciso Elisabeth? Perché? I 3 ragazzi cercano in un primo tempo di trovare una soluzione per nascondere il cadavere, ma gli effetti dell'alcool e della droga continuano ad avere la meglio sulle loro decisioni. Lenka soprattutto è quella più provata dalla morte dell'amica e i suoi atteggiamenti nei confronti del corpo di Elisabeth sono inquietanti fino a diventare morbosi. I ricordi confusi di una festa in maschera all'interno di una torre, la presenza dell'angosciante padrone di casa Leo e del suo amante, un gruppo di balordi tossici, si alternano nel racconto del film, ma sono i numerosi video girati da Elisabeth l'unica testimonianza di cosa sia successo veramente durante quella notte maledetta. Non solo. Elisabeth era una ossessionata dal dover filmare continuamente ciò che la circondava. Ne esce fuori un quadro deprimente fatto di festini, scherzi pesanti, invidie nascoste tra amiche, rapporti superficiali. Elisabeth di contro pare essere solo una testimone che poco a che fare con certe abitudini: pacata, quasi timida, curiosa, riservata, si lascia trascinare dal carattere prorompente di Lenka, che al contrario non si tira mai indietro davanti alla possibilità di un'orgia, a provare nuove droghe e a superare il limite nella decenza, sempre come se tutto le fosse permesso.

Cosa succede ad Elisabeth si viene a sapere solo negli ultimi minuti del film, ma non è scoprire chi è l'assassino quello che conta alla fine, piuttosto vedere lo squarcio di squallore e depravazione che Ruggero Deodato ha fotografato così bene in questo “Ballad in Blood”.

Il titolo iniziale del film doveva essere il più didascalico “The day after”, piccolo-grande film di ritorno per un regista che ha contribuito in maniera decisiva a rendere importante il cinema di genere in Italia. Deodato mancava dal dirigere un film da almeno una quindicina di anni, ha deciso di tornare con una storia ispirata ai fatti di cronaca legati alla morte della povera Meredith Kercher: la studentessa inglesa uccisa nel suo appartamento di Perugia dopo la notte trascorsa a festeggiare Halloween. Il film non ha però la volontà di essere un film-verità, anzi è molto allucinato nella descrizione dei personaggi e dell'ambiente che li circonda. L'atmosfera è viziata dai costumi e dalle droghe che i protagonisti continuamente prendere, ma c'è di più. Deodato descrive anche (e forse soprattutto) tramite i tralci di vita filmati da Elisabeth una gioventù priva di sostanza, in cui una brava ragazza come Elisabeth non va bene, va traviata. Elisabeth muore proprio per questo: il buon esempio va eliminato, compatirlo solamente non è più sufficiente ed ignorarlo pare inutile.

Deodato ha aspettato 3 anni prima di poter cominciare le riprese del film, e la sceneggiatura ne ha giovato. C'è forse qualche lungaggine narrativa, ma che comunque non nuoce al film che scorre via per i 90 minuti senza intoppi e in maniera divertente, grazie anche ai dialoghi che non mancano di note bizzarre. Deodato ha farcito il film di un paio di scene cult che faranno chiacchierare i fan di questo genere cinematografico per anni, una su tutte: “la scena della vecchia”. Scena fortemente voluta dal regista, contro i pareri “degli esperti”, ha suscitato un esplosione di entusiasmo tra gli spettatori in sala. Deodato si lascia per sé un piccolo cameo in una divertente scena, in cui interpreta il prof. Roth, chiaro omaggio al suo amico e collega americano Eli.

In sostanza, un film riuscito grazie anche alla buona interpretazione dei 4 giovani attori, qui alla loro prima prova cinematografica: Carlotta Morelli è Lenka, Gabriele Rossi è Jacopo, Noemi Smorra è Elisabeth, Roger Garth è Duke. Piccolo ruolo, ma come sempre ben interpretato per Ernesto Mehieux in Leo.

Bellissima e decisiva per la buona riuscita del film la colonna sonora composta da Claudio Simonetti. Musica e sequenze si sposano perfettamente soprattutto nelle scene della festa in maschera all'interno della torre (che poi si tratta del famoso Pozzo di S.Patrizio a Orvieto). 

 

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