Regia di Michael Curtiz vedi scheda film
Zone d’ombra nell’imprenditorialità femminile ai tempi della guerra: Mildred Pierce, vittima e carnefice, forgia e piega il suo destino allo sguardo giudice di una figlia immeritevole d’amore. Un corposo melodrammone ben piazzato da Curtiz nei torbidi del noir (il fulminante incipit e l’epilogo), per il quale la Crawford implorò l’Oscar – e l’ottenne – malgrado non fosse stata più abbastanza giovane per interpretare la figlia diabolica e virginale (ma Ann Blyth serve comunque un’urticante servizio). Ossessioni ed isterie a rischio d’incesto – mai dichiarato – ed emancipazione sul filo incandescente del lesbismo. Appassionante.
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