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Paterson

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su Paterson

di Furetto60
7 stelle

Originalissimo lavoro di Jarmusch. Delicato e introspettivo

Paterson, alias Adam Driver, è un giovane conducente di autobus nell’omonima cittadina nel New Jersey, ama profondamente la poesia e lui stesso si diletta a scriverle, in tutti i tempi morti, su un taccuino. E’ un abitudinario: ogni giorno raggiunge la stazione dei bus a piedi, guida osservando la cittadina e ascolta con vivo interesse i discorsi dei passeggeri, nelle pause appunta i suoi versi su di un taccuino, senza curarsi di farne copie. Raccoglie con pazienza le ordinarie lamentazioni, dei suoi colleghi,ai quali pare non andare bene niente. Aborrisce la tecnologia e i cellulari, che rifiuta di possedere,quando resta in panne con il suo bus, è costretto a chiedere soccorso, utilizzando il telefonino di una giovane passeggera. A casa, lo attendono la moglie Laura innamorata, ma completamente persa nel suo mondo ideale e astratto, dove si diletta a dipingere di bianco e nero indumenti, pareti e oggetti, e a suonare la chitarra, sognando di diventare una cantante country e un simpatico, ma dispettoso bulldog inglese, Marvin. La routine di Paterson è costante, scandita in tutti i giorni della settimana: parla amorevolmente con la moglie, cena con improbabili torte inventate dall’estro culinario di Laura, porta a passeggio il cane e prima di rientrare si ferma al solito bar, dove prende la solita birra. Vive un'esistenza all’apparenza monotona, fatta di semplici gesti e rituali quotidiani. In realtà però è un sensibile e raffinato poeta, in grado di osservare e descrivere il mondo, in maniera del tutto particolare. Paterson ama origliare sul bus i discorsi dei passeggeri e s’imbatte in una strana conversazione, tra due ragazzi, che dibattono sulla pena di morte e su Gaetano Bresci, l’anarchico regicida italiano che visse lì. Adora leggere a Laura, che ne è entusiasta, i propri componimenti, ispirandosi al poeta William Carlos Williams, vissuto li qualche decennio fa, nei suoi versi amatoriali si fondono la passione per questo poeta,ma anche il suo orizzonte quotidiano, quello che sente sul bus e quello che vede. Mentre le poesie che Paterson, il personaggio di Adam Driver, scrive e recita nel corso del film non sono altro che le liriche di Ron Padgett, poeta americano contemporaneo, autore di numerose raccolte. Un giorno al bar un innamorato etrnamente respinto, armato di pistola minaccia la sua ex e poi rivolge l’arma su se stesso, Paterson interviene eroicamente, per poi scoprire che era solo un giocattolo, il piccolo atto di eroismo,sarà apprezzato dai presenti e soprattutto dalla devota moglie. Una sera al ritorno dal cinema con la sua compagna, trova il quadernetto di poesie, fatto a piccolissimi pezzi, dal cane, ci resta malissimo, anche se con la moglie minimizza, ”in fondo sono solo parole” Ma compie due significativi incontri, uno con una creativa bambina, che gli declama una delicata lirica e poi l’altro, con un saggio coreano di poche parole, un signore beneducato e rispettoso, che gli regala un nuovo taccuino pieno di pagine vuote, prezioso regalo che sta a significare, le poesie possono andare perdute, ma la poesia non muore mai, soprattutto se c’è qualcuno che ha voglia e capacità di scriverla. Jim Jarmusch, regista “simbolo” del cinema indipendente americano, realizza un film minimalista, essenziale, fedele a sé stesso, il tema proposto non è la poesia in quanto tale, ma tutto quello che ci gira intorno e che offre spunti poetici, i nostri due protagonisti, si svegliano ogni mattina abbracciati, filmati dall’alto con inquadratura fissa,ogni giorno dal lunedi fino al successivo lunedi quando il film si chiude, nella ripetizione uguale di questo quotidiano, il ragista individua sprazzi di amore e di poesia. Jarmusch ci racconta con disarmante entusiasmo il suo mondo, fatto di piccoli ma importanti eventi, che sembrano niente e invece sono tanto. Paterson è quasi il riflesoo della cittadina, in cui vive e lavora, un uomo che ha dentro di sé un'intera città, così coincidente da portarne anche il nome. Un mondo ideale e sospeso. Un tranquillo microcosmo che racchiude al suo interno altri microcosmi, a mò di scatole cinesi.Il regista cerca e trova la poesia nella quotidianità, nelle tante sfumature della vita di tutti i giorni. Girato con  raffinata eleganza, scritto con garbo, ben interpretato, è un film che nella sua semplicità è efficacissimo.

 

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