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Un mercoledì da leoni

Regia di John Milius vedi scheda film

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ViolettaBeauregarde

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un mercoledì da leoni

di ViolettaBeauregarde
10 stelle

Che tipo di amicizia è quella tra Matt, Jack e Leroy? Semplicemente sono compagni di surf: uno sport portato quasi a filosofia di vita da Bear (il guru delle surfboard) ma che per i tre ragazzi significa solo condividere un momento adrenalitico benché ci siano anche le feste e le ragazze di contorno.
Il vero collante insomma, sono le onde e non c'è dubbio perché ogni anno si possono cavalcare e fare delle stupende acrobazie: il surf è sempre quello, dipende dai venti che increspano l'acqua.
Ma non si vive di solo surf e questo Jack lo capisce prima dei suoi "compari" perché è il più assennato tra i tre e anche quello più timido e poco creativo, quello che cambia dopo l'estate del '62 e che nel '65 non fa una piega di fronte alla chiamata al fronte, accetta passivamente la vita da adulto.
Matt è un hot-dogging legend, per lui usare la tavola da surf non vuol dire impegno perché ci riesce benissimo anche da ubriaco fradicio. La vita non è responsabiltà anche quando mette incinta Peggy.
Leroy è un disadattato, considerato dagli amici un folle e per lui la visita di leva diventa solo un modo per mettere in scena un altro dei suoi show.
Ma qualcosa si spezza tra il 1965 e il 1968: qualcuno più giovane prende il suo posto come re della spiaggetta come accade con Matt, qualcuno si rende conto che ci sono luoghi migliori dove "cavalcare le onde" come accade con Leroy che si trasferisce e quando Jack torna dal Vietnam ritrova un mondo cambiato dove lui non è il benvenuto se non sull'acqua dove ritrova Matt e  "corre" un po' assieme al compagno di vecchia data.
Si ritroveranno per la Great Swell del 1975 che produce onde dai 3 ai 5 metri, quelle che da ragazzini inseguivano e che adesso, anche quando tutto è finito, può rappresentare per un momento  la mitica estate del 1962.
Bear li vede da lontano e sa che l'unica cosa che può riavvicinarli è la mareggiata.
A mio avviso le scene cult di questo film non sono le musiche o le spettacolari riprese dai fondali marini ma il fatto che a poco a poco i protagonisti si rendono conto di crescere e di maturare e che tutto ciò non significhi dare un calcio a tutto ciò che da ragazzi ci faceva sentire leoni ma che si può convivere con le proprie passioni e le proprie responsabilità.
La guerra del Vietnam è solo un modo brutale con cui capiscono che stanno crescendo e prendendo coscienza della fine dell'innocenza.

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