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Allied - Un'ombra nascosta

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Allied - Un'ombra nascosta

di ethan
7 stelle

Siamo in piena Seconda guerra mondiale e a Casablanca si incontrano, per motivi meramente 'professionali', il pilota dell'aeronautica franco-canadese Max Vatan (Brad Pitt), che atterra in maniera spettacolare nel deserto, e la spia della Resistenza francese Marianne Beausejour (Marionne Cotillard), che lo attende già sul posto: i due, fingendosi marito e moglie, dovranno compiere una delicata missione, uccidendo un ambasciatore tedesco e poi fuggire alla volta dell'Inghilterra. Il compito viene eseguito ma tra l'uomo e la donna scocca la scintilla e li ritroviamo quindi a Londra, sposati ed intenti a proseguire la loro attività in forza agli Alleati e con una figlia, nata in mezzo ai bombardamenti. Però, acomplicare il tutto arriva un'inattesa convocazione per Max dai suoi vertici, con una scottante notizia sulla moglie, che lo lascia attonito.

'Allied', accompagnato in italiano dal francamente inutile sottotitolo 'Un'ombra nascosta', segna il ritorno di Robert Zemeckis ad uno stile narrativo di stampo classico, con una storia, scritta da Steven Knight ('Locke') - improntata sul connubio di vari generi, tra cui War Movie, Spy Story, mélo ed un pizzico di commedia sofisticata all'inizio, dove Max e Marianne giocano a sedursi a vicenda - che l'autore dirige senza tentennamenti sul piano del ritmo, con alcune sequenze di pura azione, che rivelano la sua notevole perizia tecnica: tra le tante sono degne di nota la suddetta esecuzione dell'ambasciatore tedesco, quella ambientata in Francia, nella prigione dove Max rintraccia un personaggio-chiave per risolvere l'intrigo, costruita con pathos crescente  e culminata nella sparatoria tra partigiani e Max da una parte e tedeschi dall'altra ed infine la sequenza rivelatrice dell'identità di Marianne, con il suo tragico epilogo.

Per Robert Zemeckis è un gradito prosieguo nel narrare storie - come i precedenti 'Flight' e 'The Walk', che siano essi riusciti o meno - che pongono al centro dell'attenzione gli esseri umani, con le loro passioni, le loro debolezze ed i loro errori e finalmente il periodo in cui il cineasta era più interessato agli effetti speciali e loro evoluzione pare finalmente terminato.

Per contro, bisogna anche evidenziare quello che non funziona: in una vicenda volutamente inverosimile, si può soprassedere su molte incongruenze ma alcune sospensioni dell'incredulità paiono andare fin troppo oltre la soglia della tolleranza, come ad esempio nella scena del parto della figlia della coppia in mezzo ai bombardamenti, con le urla di Marianne che si confondono con sirene e scoppi rasentano il ridicolo; i personaggi secondari sono pressoché tutti poco più che delle figurine bidimensionali al servizio dei due divi, con prove all'insegna del mestiere e della presenza scenica da parte di Brad Pitt e dell'eleganza (grazie ad uno stuolo di costumi ed abiti di grande ricercatezza) e della raffinatezza di Marion Cotillard; se il film poi, si fosse concluso alla penultima sequenza sarebbe stato ben più compatto, che così con il vero finale scelto, che suona dolciastro e posticcio ed avrebbe meritato un giudizio ancor più positivo.

Un film come si facevano 'una volta'.

Voto: 7.

 

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