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The Promise

Regia di Terry George vedi scheda film

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La recensione su The Promise

di alan smithee
4 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Costantinopolis 1914: un giovane studente di medicina armeno (lo interpreta il lanciatissimo Oscar Isaac), di famiglia agiata, si reca nella capitale turca per completare gli studi di farmacia che lo avviino alla prosecuzione dell’attività commerciale di famiglia. Ma nell’aria i venti di guerra si avvertono già anche sullo stretto del Bosforo e lo studente fa conoscenza con un reporter americano (Christian Bale), in stanza in quei luoghi per studiare l’evolversi di una crisi di intolleranza etnico/politica ormai insostenibile. Tramite lui l’uomo, in realtà già promesso sposo ad una ragazza del proprio paese, conosce Ana (Charlotte Le Bon), artista pure lei armena, ma da tempo residente a Parigi, e tornata in loco come promotrice di una iniziativa umanitaria.

L’alleanza della Turchia con la Germania fa dilagare la già storica intolleranza del popolo turco nei confronti della minoranza armena, che comincia a subire reiterate azioni di violenza e soprusi sempre più disumani, fino a divenire oggetto, a livello di intero popolo, di una vera e propria persecuzione razziale, quella che ancor oggi le autorità ufficiali turche stentano ad ammettere e a riconoscere nei dati agghiaccianti inerenti le vittime.

La storia d’amore contrastata dalle circostante (il reporter ama Ana, che tuttavia è innamorata, e ricambiata nel medesimo sentimento, dal protagonista Michael, promesso ad un’altra e dato erroneamente per morto per volere dei genitori di lui), è un nemmeno troppo originale presupposto per ritrarci i drammatici passaggi cruciali di una sanguinosa persecuzione rimasta sin troppo celata e per troppo tempo rinnegata anche da organismi politici ufficiali che non potevano non sapere.

Al di là degli evidenti ed indiscutibili meriti civico-storici e di sensibilizzazione che la storia racchiude in sé o di cui si fa meritevolmente promotrice ( ma un film come Ararat di Atom Egoyan trattava con ben altra profondità e lucidità la tragedia del genocidio armeno da parte dei turchi!), il film, diretto dal mai particolarmente brillante od originale Terry George, si riduce ad un fumettone melodrammatico che denota anche un certo sfarzo produttivo (sin dal cast, decisamente importante, ma anche le scenografie e le location sembrano studiate in modo minuzioso), ma che sciupa ogni occasione propizia per rappresentarci uno squarcio storico che non appaia superficiale o viziato da una visione edulcorata da sentimentalismi nauseanti o pedanterie da prodotto televisivo formalmente impeccabile, ma narrativamente scontato e debole.

I tre attori sopra citati, si adeguano alla situazione un po’ stantia della prevedibile sceneggiatura, ed offrono ognuno una prestazione lontana (almeno per quanto riguarda il divo Bale e l’altro nascente Isaac) dagli standard qualitativi a cui da anni ormai i due ci hanno abituati.

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