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Passengers

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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La recensione su Passengers

di champagne1
6 stelle

Quando uno sta per affogare cerca sempre di trascinare qualcuno con sè.

A bordo dell'astronave Avalon, un sofisticato manufatto lungo circa un chilometro ed in grado di autoregolarsi e autoripararsi, l'equipaggio e i 5000 passeggeri in stato di ibernazione stanno percorrendo a metà della velocità della luce il remoto itinerario che li porterà alla colonia Homestead II, ove arriveranno 120 anni dopo la partenza dalla Terra.

La collisione contro una scia di meteoriti, imprevista e dopo solo 30 anni dalla partenza, crea una serie di malfunzionamenti, e uno dei passeggeri, tale Jim Preston, meccanico, viene anticipatamente risvegliato.

Assorbiti i malesseri post-risveglio, Jim fa presto a capire di essere l'unico umano in stato di veglia e, resosi conto che la meta del viaggio dista ancora troppo in termini temporali (90 anni), si interroga sia su cosa sia potuto succedere sia soprattutto come fare a riprendere l'ibernazione...

Scenario decisamente intrigante: un futuro in cui sia fattibile la realizzazione di colonie spaziali in mondi remotissimi senza che nel frattempo qualcuno abbia scoperto come accedere all'iperspazio o alla trasmissione della materia a velocità superiore alla luce. La soluzione è il sonno criogenico: un modo per cristallizzare il tempo mentre astronavi "intelligenti" ci scorrazzano su e giù per l'Universo su rotte collaudate, ma comunque in condizioni di poter reagire a stimoli avversi in maniera efficace per anni e anni.

Ma se qualcosa va storto sono guai: passare 90 anni da solo, seppure in un'astronave tutta per sé e piena di piccoli lussi dà - non solo metaforicamente - un senso di claustrofobia assoluta. Ad un certo punto del film si dice: Siamo imprigionati in una nave che affonda.

E' possibile vederci un mix fra la solitudine giocosa di Wall-E  e lo scenario angosciante iper-realistico di Gravity.

Il film si regge per buona parte sul tentativo di risolvere l'enigma, finché alla fine il plot non devia definitivamente verso una deriva sentimental-popolare: decisione del tutto rispettabile, ma un po' spiazzante.

O forse no: forse il buon Morten Tyldum non voleva fare un vero film di SF ed ha usato la fantascienza solo come contesto speciale per parlare dell'amore eterno.

Forse è anche per questo che - come già molti hanno colto - il trailer del film fa intuire tutta un'altra dimensione alla storia (Jim dice ad Aurora: ci sarà un motivo se ci siamo svegliati solo noi...), conversazione che non esiste nella pellicola proiettata al cinema rispetto alla cui trama è del tutto fuorviante.

Marketing o paura che il pubblico non avrebbe accettato la più piatta scelta narrativa invece adottata?

Resta comunque un film godibile, con scenografie di grande intensità, ed effetti speciali convincenti.

 

 

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