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Animali notturni

Regia di Tom Ford vedi scheda film

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Utente rimosso (SillyWalter)

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La recensione su Animali notturni

di Utente rimosso (SillyWalter)
6 stelle

        Prima di tutto: Amy Adams strepitosa. Ormai può fare quello che vuole. Tutto il film si appoggia alla finezza della sua malinconia. L'ansia che si sfoga in piccoli gesti, dita inquiete, il respiro che manca, occhi invasi da rimpianti, fantasmi, ricordi, storie di animali notturni che sembrano lutti incarnati per riempire la fredda bellezza di locali impeccabili. Una grande prova. Di grande naturalezza, nonostante l'incombenza di dover spesso riempire lo schermo in totale solitudine. E Tom Ford se ne accorge eccome... Non si perde nulla, impietosamente attaccato ai suoi pori. Il regista dà però anche l'impressione di appoggiarsi un po' troppo pesantemente, non curando a dovere molti altri pccoli / grandi particolari che un po' lasciano a desiderare. 

 

 

        La trama rimane tesa, interessante e galoppante per tutta la prima parte. Promette bene, tiene di suspense, si biforca con un curioso guizzo che ti tiene sul chi vive e poi...partorisce un topolino. Il punto è che la storia "contenuta" nel libro che viene recapitato ad Amy Adams dall'ex marito Jake Gyllenhaal in verità lascia più di qualche dubbio di troppo. 

        Dubbio n. 1: L'idea di fare di questo romanzo una sorta di memento d'angoscia, come un'incarnazione dell'accusa di debolezza che la moglie rimproverava al marito, che ha rovinato la relazione e che torna a infestare la mente della moglie in futuro,  è un'idea intrigante che in teoria poteva dare ampi riverberi e suggestioni. Ma questa vicenda all'atto pratico risulta piuttosto deboluccia rispetto agli intenti. Non inquieta e non convince. E a dire il vero nei suoi sviluppi si sgonfia molto d'interesse dopo "una certa biforcazione" diventando via via sempre meno interessante. Di conseguenza l'angoscia della lettrice Amy Adams si fonda su basi meno solide di quelle che vorrebbero farci percepire i costruttori. Tra l'altro l'epilogo della storia del romanzo,  concepito per fondersi emotivamente con la storia principale tramite un montaggio parallelo piuttosto serrato, è stilisticamente molto furbo (con un intreccio di battiti cardiaci) ma sa di posticcio e non aiuta a coprire le carenze narrative. (poi, tra parentesi : seriamente, come si fa a credere che il marito sia riuscito a vendere quel romanzo? C'è materiale sì e no per il bignami di un racconto)

 

Aaron Taylor-Johnson

Animali notturni (2016): Aaron Taylor-Johnson

 

         Dubbi n. 2 e 3: Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson (che sarebbe il principale cattivo del "romanzo") mi sono sembrati entrambi scelte parecchio sbagliate. Il primo dovrebbe essere una sorta di "cane di paglia ignifuga", talmente pavido e debole che non esplode neanche quando mettono le mani addosso a moglie e figlia e poi le portano via sotto i suoi occhi (dopo avergli spaccato il naso). Premesso che si fatica a immaginare che esista qualcuno così santo da non avere proprio un punto di rottura in una situazione del genere (alla lunga ti fa venir voglia di menarlo), se c'è, di sicuro non ha le fattezze, la fisicità e i modi di Jake Gyllenhaal. (E di certo non è americano...) Per quanto riguarda invece il buon Aaron Taylor-Johnson (GODZILLA, KICK-ASS) l'attore inglese è decisamente troppo poco feccia per il suo personaggio. Troppo aitante e belloccio. E ho l'impressione che in un qualche modo ne fossero coscienti, tant'è che hanno esagerato col "travestimento": capelli lunghi, baffi, barba di qualche giorno, abbronzatura e basette da competizione. Dovrebbe essere un rozzo bifolco (con il water in veranda: scena memorabile) ma dà più l'idea di una rockstar capricciosa. Potrei sbagliarmi, ma credo che qui l'inevitabile "patina" glamour (sugli occhi) dello stilista gli abbia impedito di vedere quanto distIno da una realtà credibile, sporca e brutale questi personaggi da lui messi in scena (prescrivo un ripasso di VOGLIO LA TESTA DI GARCIA e THE TEXAS CHAINSAW MASSACRE, per cominciare). 

          La parte più brutale in fin dei conti risulta l'inizio-shock: donne ammiccanti obese (non grasse, non sovrappeso : obese american style) che ballano nude in slow motion in un'istallazione di arte contemporanea. Forse un'altra citazione di Peckinpah. 

 

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