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Café Society

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Café Society

di SatanettoReDelCinema
5 stelle

Ambientato negli anni '30, l'ultima fatica di Woody Allen è sulla falsariga di alcuni lavori precedenti: decente, con qualche ottimo pregio, ma in fondo dimenticabile e che non aggiunge nulla alla filmografia del regista.

Questa recensione NON contribuisce all'audience di TV Sorrisi e Canzoni

 

 

In molti sostengono che Woody Allen sia in declino da anni e che i suoi nuovi film siano tutti uguali.

Personalmente non sono d'accordo con questa affermazione, ma penso piuttosto che dall'inizio del nuovo millennio in avanti il regista originario del Bronx sia stato discontinuo a livello qualitativo.

Per fare un esempio, nel 2004 ha diretto il mediocre Melinda e Melinda, l'anno successivo è stata la volta del capolavoro Match Point, e l'anno dopo ancora è tornato a volare basso con il debole Scoop.

Altro esempio un po' più recente, è passato dall'incantevole Midnight in Paris a quello schifo totale di To Rome with Love, per poi tornare sui suoi passi con il bellissimo Blue Jasmine.

Al momento il buon vecchio Woody sembra essersi attestato su un livello di decenza, che pur riuscendo a strappare risate in ogni caso mostra segni di cedimento e pur essendo questi film dei prodotti passabili sanno comunque di minestra riscaldata.

Café Society sembra rimanere su questa tendenza.

E' un film in cui riscopriamo in maniera positiva la fotografia magnifica di Storaro (vi dice niente un certo Apocalypse Now?), il suo gioco di luci ammaliante che si sposa ottimamente con le mostruose scenografie.

L'ultimo Allen impressiona sotto il punto di vista visivo e della ricostruzione storica, ed è ammirabile per il tono malinconico che si rifà ad alcuni dei suoi vecchi classici.

La stessa forza che si riscontra nella meraviglia visiva, però, non viene riscontrata sotto il punto di vista della scrittura.

La storia è parecchio canonica, la trama centrale e il suo filo conduttore sono parecchio esili, i personaggi non raccontano nulla di nuovo e le loro interpretazioni non aiutano. Jesse Eisenberg e Kristen Stewart sono due dei più sopravvalutati attualmente, e anche se il contesto li aiuta non risultano a mio avviso convincenti fino in fondo. Restano abbastanza intrappolati in loro stessi secondo me e offrono delle prove di livello medio.

Nonostante si possa apprezzare molto per i già citati pregi, personalmente lo ritengo un Allen nella norma, che comunque riesce a non disperdere l'attenzione dello spettatore e in un paio di occasioni diverte di gusto nella maniera che solo questo regista riesce a fare. Le altre battute però sembrano delle barzellette vecchie e note.

Il problema di questi ultimi Allen è che non riescono a comunicare più nulla di nuovo,ne riescono ad essere una valida critica alla società. E se sulle prime possono essere tollerabili, poi alla lunga stancano. Chissà se è solo una fase, una delle tante fasui che il regista hdel Bronx ha attraversato in carriera, o è davvero la definitiva caduta di una leggenda della comicità...

Per concludere i discorso con Café Society, siamo lontani dalla perfezione di un Manhattan, ma anche dalla schifezza assoluta che è quel contenitore di letame di To Rome with Love.

Sufficiente, ma nulla di più.

 

Voto: 6/10.

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