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Paradise Beach: Dentro l'incubo

Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film

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La recensione su Paradise Beach: Dentro l'incubo

di rflannery
5 stelle

B movie accettabile diretto da Jaume Collet-Serra che in passato ha frequentato il genere con buoni risultati (sono suoi vari thriller con Liam Neeson come Unknow, Non-Stop e Run All Night).

Narrazione ai minimi termini: c’è la splendida e scosciatissima Blake Lively che finisce in una spiaggia incantevole sul Pacifico alla ricerca dei luoghi che la madre, surfista come lei, ha amato. Spiaggia splendida, mare verdissimo, la solitudine interrotta solo da due altri surfisti che un po’ ci provano con la bellona e un po’ no. Comunque, lei si butta in mare con la sua tavola  e per venti minuti buoni, con l’ausilio di tanta computer graphica, Collet-Serra ci mostra da vicino ogni lembo di pelle della Lively prendendo a pretesto i suoi volteggi con il surf. Poco male: tipico approccio da B movie. Ci metti, se non del sesso, delle bellezze notevoli come riempitivo e poi un po’ di effettacci per arrivare ai canonici 90 minuti. Poi la svolta, parecchio prevedibile: l’incidente, lo scoglio, la bassa marea che poi diventerà alta e quindi saranno dolori per tutti perché uno squalo spielberghiano coi denti che più aguzzi non si può non vede l’ora di addentare le cosce della Lively. Del resto, come dargli torto? La stima per Collet-Serra è a prescindere dal risultato (non eccezionale): per fare un film di un’ora e mezza scarsa con tre attori e uno squalo, per quanto abusando di effetti non sempre all’altezza, a quarant’anni di distanza da Spielberg e dopo decine di cloni, ci vuole una certa dose di follia e sprezzo del pericolo.

Il film è quello che è: manca di ironia, purtroppo, e la cornice narrativa con il tentativo di far pace con il passato da parte della protagonista fa abbastanza ridere i polli, ma almeno la confezione è discreta, la Lively con il suo bikini formato francobollo riesce a spostare l’attenzione dalle tante inverosimiglianze narrative a una tensione che il regista riesce a tenere abbastanza alta, non rinunciando tra l’altro a un paio di scene efferate e decisamente horror, altro genere frequentato dal regista catalano. Poteva essere un disastro, senza capo né coda: è un B movie decente, che si dimentica appena usciti dalla proiezione ma è anche un discreto intrattenimento, almeno per chi sta al gioco e ama un certo tipo di cinema.

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