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Paradise Beach: Dentro l'incubo

Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film

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La recensione su Paradise Beach: Dentro l'incubo

di Fanny Sally
6 stelle

l cinema americano sembra non stancarsi ancora degli squali e continua ancora a sfornare film che ruotano attorno alla loro ferocia e voracità, trovando sempre nuovi spunti, come nel caso di questo buon thriller d’azione con unica protagonista la bella Blake Lively.

Nancy, una giovane laureanda in medicina con l’anima ancora ferita dalla dolorosa e prematura perdita della madre, decide di concedersi qualche giorno di evasione raggiungendo una incantevole baia di una regione tropicale, per dedicarsi ad un po’ di surf in solitaria. Bene presto però la situazione precipita, e la ragazza deve fare i conti con la minaccia delle onde in tempesta, delle secche e di un famelico squalo bianco che comincia a darle la caccia.

 

Il cinema americano sembra non stancarsi ancora degli squali e continua ancora a sfornare film che ruotano attorno alla loro ferocia e voracità, trovando sempre nuovi spunti, come nel caso di questo buon thriller d’azione dello spagnolo Jaume Collet-Serra (già alla regia dell’horror psicologico Orfan, 2009) e che vede come unica protagonista la lotta della bella Blake Lively, in gran forma e parecchio e convincente nel ruolo, contro un enorme predatore marino, ricreato con sufficiente realismo da un misto di effetti artigianali e computer grafica.

 

Si tratta di una storia vecchia come il mondo, della classica lotta di Davide contro Golia, intelligenza contro istinto, sottile astuzia contro forza bruta, nulla di nuovo o originale insomma, ma nonostante il forte sentore del “già visto” la tensione si mantiene tangibile grazie ad alcune valide idee di regia che, supportate da una buona fotografia che risalta la bellezza selvaggia dell’ambientazione e da una scrittura onesta e lineare, che fa il suo dovere e senza troppe presuntuosità riesce a tenere alta la curiosità e l’attenzione.

 

Indicato per chi vuole concedersi una serata all’insegna del disimpegno ma non disdegna anche una buona dose di tensione.

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