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Quando hai 17 anni

Regia di André Téchiné vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Quando hai 17 anni

di alan smithee
8 stelle

Ambizione,voglia di riscatto,desiderio di stare sulla cresta dell'onda finisce per tramutare in un conflitto sempre più pesante ciò che invece nasconde un sentimento di ben altra natura tra due diciassettenni molto eterogenei che frequentano una stessa classe.Techiné firma un film sin troppo avvicendato, ma commovente e forte, a tratti emozionante.

66 FESTIVAL DI BERLINO – CONCORSO

Disagi adolescenziali, definizione della propria incerta identità sessuale, contrasti e competitività col mondo esterno, rivalità nei confronti dei propri compagni di scuola; un padre militare spesso fuori in missione, affettuoso e premuroso, nei confronti del quale è lecito trovarsi per il nostro protagonista un po’ a disagio e maturare un sentimento di inadeguatezza; una madre medico molto presente e dolce, che finisce per essere il vero riferimento per il nostro Damien.

André Techiné non è nuovo ad addentrarsi nel mondo confuso, caotico e testosteronico dell’adolescenza (L’età acerba e Niente baci sulla bocca fecero molto parlare di loro, e quasi sempre in senso positivo).

Qui il noto e valido regista francese si addentra nella vita, diametralmente opposta, di due compagni di scuola divisi da una rivalità che li rende due implacabili nemici sempre pronti verso lo scontro. Ampiamente ripresi dal sistema scolastico entro le cui mura devono condividere molta parte della giornata, e divisi da situazioni familiari diametralmente opposte (Tom, il rivale di Damien è un ragazzo adottivo di colore, che vive in alta montagna e si occupa nel tempo libero del bestiame di famiglia, sognando di divenire in futuro un veterinario, mentre il suo antagonista, per celare un certo suo naturale atteggiamento femminile e darsi una impostazione più marziale, prende lezioni di lotta libera da un vecchio amico del padre suo vicino di casa).

Il film rischia più volte di perdersi nel magma melodrammatico di vicissitudini familiari che virano verso la tragedia, ma la pellicola, forte del contributo ai dialoghi della giovane ma già nota ed apprezzata regista e sceneggiatrice Celine Sciamma, si fa forte di un realismo e di un’intesa tra adolescenti che vince e sbaraglia ogni tranello a cui la storia tende ad abboccare, fornendoci un ritratto esemplare del mondo controverso ed esagitato dell’adolescenza.

A contribuire alla riuscita di un film che sa farsi amare e stringe il cuore per come sa costruire con disarmante sincerità un rapporto di scontro-attrazione tra due giovani che non riescono a misurare il grado di attenzione che li accomuna, contribuiscono in modo determinante i tre validi protagonisti: Sandrine Kiberlain offre un ritratto di madre comprensiva ed assennata davvero amorevole e riuscito, credibile ed appassionata, anche fisicamente molto coerente a interpretare la madre di Damien; ma è l’ormai divo Kacey Mottet Klein a continuare a stupirci positivamente, dopo averlo apprezzato non poco ancora bambino nel pregevole Sister, ed averlo ritrovato adolescente innamorato nell’altrettanto riuscito Keeper (premiato al TFF 2015).

Tom invece, comportamento chiuso e controverso che nasconde un desiderio di riscatto ed una ambizione che lo rende selvaggio e aggressivo laddove invece nasconde ben altre qualità caratteriali, è validamente reso dall’esordiente Corentin Fila, intenso e convincente come il suo più famoso partner e rivale do cui sopra.

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