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Il cacciatore

Regia di Michael Cimino vedi scheda film

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La recensione su Il cacciatore

di Furetto60
9 stelle

Capolavoro memorabile di Cimmino

Sei giovani amici della Pennsylvania,Michael, Nick, Steven, Stanley, Axel e John ,lavorano in un'acciaieria di Clayton.Condividono la passione per la caccia ai cervi.Chiamati alle armi,si recano in guerra in Vietnam,dopo aver festeggiato il matrimonio di Steven con Angela,segretamente incinta di un altro,con una fastosa e chiassosa cerimonia,insieme alla comunità russa.In seguito ad un'azione militare, vengono catturati  dai Vietcong e subiscono torture e  sevizie di ogni genere,come quella allucinante della roulette russa,dove mentre si sparano in  testa, i nemici scommettono sulla loro vita,prima di riuscire a reagire e  scappare.Durante gli  avvenimenti successivi, si perdono di vista.Alcuni riescono a rientrare anche se mutilati nel corpo e nello spirito.Nick non torna e decide di rimanere nell'inferno di Saigon,ormai completamente pazzo e alla deriva, a rischiare la vita nelle bettole, reiterando maniacalmente quel maledetto gioco della roulette russa,ormai divenuta per lui una mortale ossessione,di cui non riesce a liberarsi,una pallottola sola nel caricatore, sfidando ogni sera un avversario diverso. Michael,con l'intento di riportarlo a casa, lo rintraccia in uno di questi locali e con la speranza di scuoterlo da quel letale stato catatonico, si siede davanti a lui, evocando antichi ricordi, ma Nick non lo riconosce e imperterrito prosegue nel mortale gioco, fino ad uccidersi,proprio davanti all'amico attonito e atterrito.

La guerra in Vietnam è stata per gli americani,una ferita insanabile, che ha lasciato  cicatrici permanenti.Il regista non si schiera contro l'una o l'altra fazione,ma semplicemente contro la guerra, le sue assurdità, le sue inevitabili atrocità, la devastazione che lascia,la brutalità di certi gesti,non esprime giudizi politici o storici, ma invece tutto il suo convinto antimilitarismo.Non vuole raccontare quella guerra in sé stessa, ma trasmettere il senso di spaesamento e di impotenza, che aveva significato per i soldati americani e anche per le loro famiglie,coinvolte su un piano affettivo e psicologico.

L'opera di Cimmino è maestosa e sontuosa.Comincia con la festa di matrimonio,sfarzosa eccessiva e piena di vita,poi  si passa alla caccia al cervo,silenzioso rito di coraggio, di lealtà e di caparbietà,in simbiosi con una natura selvaggia ma benigna,infine si cambia registro improvvisamente e ci si cala negli orrori di una guerra assurda e insensata,come tutte le guerre peraltro,dove forse la roulette russa, nelle intenzioni del regista,potrebbe essere una metafora del suicidio morale del popolo americano.

I colori , la luce, l'ambientazione utilizzate da Cimmino sono accuratissime.Le scene di caccia sono girate,in location selvagge ed incantevoli, con colori lividi e freddi,quelle di guerra con tonalità meste, quelle della festa con colori vivaci.

L'utilizzo della cinepresa, è tecnicamente raffinatissimo.Nella prima parte,durante la festa i movimenti della macchina da presa sono  in piani sequenza ristretti,poi nel prosieguo,invece si utilizzano primissimi piani,intensissimi, messi in serie con campi e controcampi lenti.

Un  vero e proprio capolavoro

 

 

 

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