Regia di Michael Cimino vedi scheda film
E' "Il cacciatore" uno di quei film che lascia a tratti perplessi, tra momenti lirici ed altamente conivolgenti (ovviamente è inevitabile non citare la roulette russa, ma anche la bella descrizione della difficoltà di ritornare alla vita normale dopo lo tsunami emotivo della guerra in Vietnam) ed altri spesso controversi, quasi trascinati in una sorta di autocompiacimento (la prima parte è fin troppo minuziosa e quasi ossessiva nel descrivere i preparativi delle nozze di uno dei tre protagonisti, ma anche la loro fin troppo ovvia ricerca della felicità nella convivialità tra ubriacature, battute di caccia e goliardia spinta agli estremi della cattiveria gratuita). Non che ciò renda meno interessante un film che comunque è diventato a suo modo parte integrante della migliore cinematografia, girato tra l'altro da un regista parco di opere ma non certo incapace di trasmettere emozioni, ma a volte si ha il senso della ridondanza, di un certo compiacimento nel guardare senza troppo coinvolgimento gli orrori della guerra, salvo poi esserne immerso nelle sue nefaste conseguenze sulla psiche e sul fisico di chi ne sia stato colpito in prima persona. Indubbiamente un film che comunque merita la visione, anche solo per apprezzarne o meno la capacità di andare al di là di tanti generi diversi che della stessa guerra hanno restituito una visione via via differente.
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